Inaki Williams: “Giocare in Arabia Saudita è una me..a, soffro per mia moglie e mio figlio”

Inaki Williams non è uno che ha bisogno di giri di parole per farsi capire. E non ha cambiato registro nemmeno questa volta, quando ha commentato senza filtri la Supercoppa di Spagna in programma in Arabia Saudita. Per il capitano dell’Athletic Bilbao la questione è semplice: “Giocare lì è una me..a”. Detto così, senza attenuanti.
Inaki Williams perentorio sulla prospettiva di giocare in Arabia Saudita
Un concetto semplice, chiaro e perentorio che sicuramente non piacerà ai vertici del pallone spagnolo: “Alla fine l’ho già detto molte volte e su questi temi non mi mordo la lingua: per me giocare in Arabia è una me..a”. Williams punta il dito soprattutto contro una scelta che, a suo giudizio, allontana il calcio dalla sua gente, complicando la vita a tutti.
Portare una competizione nazionale fuori dal Paese significa fare un torto ai tifosi, rendere gli spostamenti quasi proibitivi e trasformare una partita teoricamente “in casa” in una sorta di trasferta permanente: "Non è facile, perché per i tifosi diventa complicato uno spostamento del genere. Di fatto, per come vanno le cose lì, sembra che giochiamo fuori casa. E se fosse qui, sappiamo tutti quanti sostenitori ci accompagnerebbero".
I motivi personali di Williams
Poi Williams ha anche dei motivi personali per non apprezzare questo trasferimento. Il viaggio in Arabia arriva in un momento tutt’altro che semplice per l’attaccante, che tra pochi giorni diventerà padre. "Lasciare mia moglie e mio figlio in questo momento è una sofferenza. Ma va bene così, sono cose del mestiere. Io sono a disposizione del club e cercherò di fare il meglio possibile in Supercoppa".
L’Athletic debutterà mercoledì 7 gennaio a Gedda contro il Barcellona. In caso di vittoria, domenica 11 affronterà la vincente dell’altra semifinale tra Real Madrid e Atlético Madrid. Al netto delle critiche sulla sede, Williams non sminuisce il valore della competizione: giocarsi un trofeo resta sempre speciale, anche partendo da outsider. "Siamo tra le prime quattro, non siamo i favoriti e sappiamo che non sarà facile".
Contro il Barcellona, il capitano biancorosso ha spesso trovato il modo di lasciare il segno. Sette gol ai blaugrana in carriera, distribuiti tra Supercoppe, Coppa del Re e finali pesanti, compresa quella del 2024 che ha riportato il trofeo a Bilbao. Una partita simbolica, segnata da un suo gol arrivato poche ore dopo il rientro dalla Coppa d’Africa. La speranza è quella di vincere e magari tornare anche nella migliore forma possibile, mettendosi alle spalle i problemi fisici del passato che non gli hanno permesso di brillare. Insomma, il sogno di Williams è una rinascita araba.