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Il Tolosa sospende un giocatore per misoginia: “Nel mio paese le donne non parlano così agli uomini”

Il Tolosa ha deciso di sospendere temporaneamente un suo tesserato, Zakaria Aboukhlal, per una dichiarazione misogina nei confronti della vicesindaca e assessora allo sport della città transalpina, Laurence Arribagé, durante i festeggiamenti per la vittoria della Coppa di Francia.
A cura di Vito Lamorte
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Zakaria Aboukhlal, attaccante del Tolosa e della nazionale marocchina.
Zakaria Aboukhlal, attaccante del Tolosa e della nazionale marocchina.

Zakaria Aboukhlal è stato sospeso dal Tolosa a causa di una dichiarazione misogina nei confronti della vicesindaca e assessora allo sport della città transalpina, Laurence Arribagé, durante i festeggiamenti per la vittoria della Coppa di Francia. Una vicenda che sta facendo molto discutere oltre le Alpi.

La vicesindaco durante un incontro per celebrare la vittoria avrebbe chiesto al gruppo di giocatori di fare silenzio affinché potesse pronunciare il suo discorso ma l'attaccante marocchino si sarebbe espresso con parole terribili: "Da dove vengo io, le donne non parlano così agli uomini". A riportare l'accaduto è stato RMC Sport. Arribagé non ha voluto parlare della vicenda, ma sempre lo stesso giornale ha trovato riscontro in questa ricostruzione in base a diversi testimoni che hanno confermato le dichiarazioni di Aboukhlal.

Il Tolosa non ha preso bene l'accaduto e ha deciso di sospendere il calciatore 23enne, formato al Willem II in Olanda prima di sbarcare in Francia l'estate scorsa, pubblicando un breve comunicato sui social in cui fa riferimento a "gravi accuse" per giustificare la sanzione presa nei confronti del giocatore e dove spiega che il giocatore "non si allenerà con il gruppo" fino a nuove comunicazioni. Il club ha precisato, inoltre, che non rilascerà ulteriori commenti fino alla conclusione dell'inchiesta interna.

Zakaria Aboukhlal è stato al centro di una serie di polemiche lo scorso weekend, quando insieme ad altri calciatori si è rifiutato di scendere in campo con i numeri di maglia coi colori arcobaleno nell'ambito dell'iniziativa di lotta contro l'omofobia della LFP.

Lo stesso attaccante del Tolosa, dopo le polemiche che lo hanno investito nelle scorse ore, ha voluto giustificare il suo atto sui suoi social network con queste parole: "Vorrei sottolineare che ho la massima stima per ogni individuo, indipendentemente dalle sue preferenze personali, genere, religione o origini. Questo è un principio che non si sottolinea mai abbastanza. Il rispetto è un valore che mi sta a cuore. Si estende agli altri, ma comprende anche il rispetto per le mie convinzioni. Ecco perché non credo di essere la persona migliore per prendere parte a questa campagna. Spero sinceramente che la mia decisione venga rispettata, così come tutti noi vogliamo essere trattati con rispetto".

Lo stesso club aveva confermato in un comunicato poco prima dell'incontro che i giocatori, senza citarli, non erano stati convocati per la gara col Nantes a causa del "disaccordo sull'associazione della loro immagine coi colori arcobaleno, che rappresenta il movimento LGBT."

Come già detto, non è stato l'unico a rifiutarsi ed è una situazione che si era verificata già lo scorso anno con Gana Gueye del PSG.

La vicenda dei calciatori che si sono rifiutati di giocare col numero ‘arcobaleno' è stata molto discussa in Francia e certamente rimarrà al centro del dibattito per altri giorni. Intanto, però, il Tolosa ha mostrato che un club può prendere delle decisioni sui propri tesserati, anche contro i propri interessi, per tematiche che vanno oltre lo sport.

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