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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Il Tar dà ragione alla Juve sulla “carta segreta”: perché il Coni potrebbe annullare il -15 in classifica

Cos’è la “nota 10940” e perché, dopo la decisione del TAR del Lazio, gli avvocati della Juve la ritengono fondamentale per l’annullamento dell’intero processo in Corte d’Appello Federale e dell’azione disciplinare.
A cura di Maurizio De Santis
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La decisione del TAR del Lazio per la difesa della Juve è un punto a favore per il ricorso al Coni.
La decisione del TAR del Lazio per la difesa della Juve è un punto a favore per il ricorso al Coni.
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Si chiama "nota 10940". È la carta segreta che i legali della Juventus hanno ottenuto grazie alla decisione del TAR del Lazio e risale al 14 aprile 2021, una data ritenuta fondamentale per far saltare l'intero castello accusatorio della Procura federale e annullare i provvedimenti pesantemente afflittivi emessi dalla Corte d'Appello.

Cos'è quel documento e perché gli avvocati del club ritengono la sentenza dell'organo amministrativo una prima vittoria nella battaglia che sosterranno con il ricorso dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni?

È evidente l’interesse all’accesso difensivo nel caso in esame – si legge nella sentenza del TAR -, in particolare nella pendenza della impugnazione della sentenza di revocazione, emessa dalla Corte Federale di Appello, proprio perché l’atto in esame dev’essere conosciuto prima che si concluda il processo sportivo, posto che ogni successiva iniziativa proposta presso la giurisdizione amministrativa statale incorrerebbe nei noti limiti degli strumenti di tutela, che in materia disciplinare sono di tipo risarcitorio e non reale, secondo l’impostazione accolta dalla Corte costituzionale.

Cos'è la nota 10940 e perché gli avvocati della Juve la ritengono importante

In quell'atto la Covisoc chiedeva alla Procura Federale alcune interpretazioni relative al caso delle plusvalenze segnalando "fattispecie per le quali non è agevole apprezzare quali siano i criteri a cui si sono attenuti i contraenti allo scopo di pattuire il relativo prezzo". La commissione di vigilanza aveva ricevuto in replica "indicazioni interpretative in ordine alla valutazione degli effetti della cessione dei calciatori sui bilanci di alcune società".

I riscontri dell'Inchiesta Prisma della Procura di Torino hanno portato alla riapertura del processo sulle pluvalenze.
I riscontri dell'Inchiesta Prisma della Procura di Torino hanno portato alla riapertura del processo sulle pluvalenze.

Per gli inquirenti della Procura federale quel fascicolo era un dossier interno, che non faceva parte "della documentazione acquisita nell’ambito del procedimento disciplinare" e come tale non a disposizione sia della Juve sia degli altri club coinvolti; per il pool di patrocinatori della società ha invece un'importanza chiave per discutere di quel ‘vizio' di forma in udienza. Perché? La questione che sollevano è in buona sostanza una: il carteggio tra Procura Federale e Covisoc è avvenuto ad aprile ma i procedimenti sarebbero stati aperti solo a ottobre. Il vulnus (secondo la difesa) è nell'espressione: decorrenza dei termini.

L'ipotesi della falsa partenza dell'istruttoria della Procura Federale

Sul tavolo c'è il possibile annullamento del verdetto sul -15 in serie A e sulle squalifiche inflitte ai dirigenti. Un obiettivo reale, concreto secondo i bianconeri che puntano tutto sulla falsa partenza dell'istruttoria per mettere in discussione l'intero percorso processuale a causa della presunta (secondo la Juve) violazione dei tempi procedurali.

Secondo la difesa della Juve la data per l'instaurazione del procedimento doveva essere il 21 aprile 2021. Un riferimento temporale tutt'altro che trascurabile poiché, in base ai tempi dell'iter processuale (30 giorni per iscrizione della notizia nel registro e altri 60 giorni per il periodo investigativo), tutta la documentazione a corredo delle indagine successiva al 14 luglio 2021 sarebbe di fatto inutilizzabile.

Cosa può succedere dinanzi al Collegio di Garanzia del Coni

Cosa vuol dire? Il fascicolo per la riapertura del processo dinanzi alla Corte d'Appello Federale e l'intera azione disciplinare sarebbero inammissibili (dunque, via il -15 e le squalifiche ai dirigenti), anche al netto dei riscontri della Procura di Torino che avevano dato nuovo impulso all'indagine sportiva dopo che il primo processo sulle plusvalenze s'era chiuso con un'assoluzione. Il Collegio di Garanzia del Coni dirà se la tempistica procedurale è effettivamente viziata, dando così ragione alla Juve e annullando/confermando la sentenza della CAF.

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