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Il campionato riprende? Giovedì il parere del comitato tecnico scientifico sulla Serie A

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità conferma che senza coesione intorno al parere del comitato tecnico scientifico è difficile immaginare la ripresa tanto degli allenamenti collettivi quanto del campionato. Giovedì c’è l’incontro decisivo tra la Figc e la commissione di specialisti. “Siamo in fase di valutazione”, ha ammesso Brusaferro.
A cura di Maurizio De Santis
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La road map è tracciata nell'attesa che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prenda la decisione a mo' di imperatore nell'arena dei gladiatori… dal verso del pollice si capirà se lo spettacolo del calcio potrà continuare oppure è meglio staccare la spina rimandando tutto (forse) alla prossima stagione. Prima dell'intervento del Governo c'è un passaggio cruciale che, al netto delle sortite controverse di alcuni ministri, conferma la volontà delle parti di verificare con certezza se ci sono effettivamente le condizioni per andare avanti "secondo le deduzioni del Comitato tecnico-scientifico" (lo ha ribadito lo stesso Conte in uno stralcio dell'intervista a Il Fatto Quotidiano), per fissare in calendario un nuovo fischio d'inizio nel rispetto della sicurezza e della salute dei tesserati.

Comparto calcio, azienda da 5 miliardi (che finanzia lo sport)

Non è questione che si può accantonare definendo il gran carrozzone della Serie A solo un gioco. Da tempo le società sono diventate aziende e l'intero sistema può essere accostato a un comparto economico che fattura cifre importanti, fornisce opportunità di lavoro, alimenta show e business al tempo stesso compresa la porzione dei diritti tv che rappresenta una voce a bilancio fondamentale per la sussistenza. Lo dicono le cifre relative all'intero movimento capace di generare un budget complessivo (dalla leghe professionistiche fino al settore giovanile e all'attività di base) di circa 5 miliardi di euro e una contribuzione fiscale/previdenziale di quasi 1.2 miliardi di euro. Somme ingenti che finanziano anche le altre discipline sportive.

E se era giusto fermare la giostra in un momento molto delicato per la vita del Paese (la sospensione di tutta l'attività sportiva contestualmente al regime di "lockdown" imposto come misura di contenimento per evitare la diffusione dei contagi da coronavirus) lo è altrettanto adesso fare valutazioni differenti considerato che con la "fase 2" l'Italia s'è rimessa in moto.

La Francia s'è fermata, attesa per le decisioni sulla Bundesliga

Una ripartenza comprensibilmente lenta, difficile e durissima al tempo stesso anche per il calcio tricolore che nel giro di una settimana vedrà sancito il futuro. In Francia la Ligue 1 è stata archiviata in anticipo, in Premier League e in Liga la tendenza porta – con tutte le perplessità in essere – verso il tentativo di tornare in campo. La Bundesliga scalpita ma sarà dirimente il parere del primo ministro, Angela Merkel. A cascata avrà effetti anche nel resto d'Europa: in caso di diniego non è difficile ipotizzare che accada lo stesso anche in Italia e Oltremanica.

La prudenza di Brusaferro: Siamo in fase di valutazione

"Il virus si comporta in modo uguale dappertutto, parla una sola lingua. Potrebbe riprendersi velocemente se non stiamo attenti", ha ammesso Silvio Brusaferro (presidente dell'Istituto Superiore di Sanità) al Corriere della Sera. Giovedì 7 maggio ci sarà la riunione tra Figc e Comitato tecnico/scientifico, dovrebbe essere quella decisiva: in caso di coesione massima intorno al protocollo verrà dato il via libera alla ripresa degli allenamenti collettivi dal 18 maggio. A quel punto, la strada verso la ripartenza della Serie A (entro le prime due settimane di giugno) sarebbe spianata. Il campionato di calcio riprenderà? "Siamo in fase di valutazione", ha aggiunto Brusaferro ma l'impressione è che non bisognerà attendere più molto perché il quadro sia chiaro definitivamente.

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