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Terremoto in Turchia e Siria

Il calciatore svegliato dal terremoto in Turchia al 15° piano: “Mi sono salvato strisciando”

Fredrik Gulbrandsen ha visto la morte in faccia durante il terremoto in Turchia. Il calciatore di Montella ha raccontato il suo incubo, dichiarando di aver pensato di morire.
A cura di Marco Beltrami
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Mentre si continua a scavare tra le macerie, nella speranza di trovare ancora qualcuno vivo, il numero delle vittime del terremoto in Turchia e Siria aumenta ancora. Tantissimi gli sportivi tra i 17mila morti di questa catastrofe, che ha sconvolto il mondo. Se le immagini sono impressionanti, altrettanto si può dire dei racconti di chi è sopravvissuto ed è riuscito a mettersi in salvo dopo aver visto letteralmente la morte in faccia. Tra questi c'è anche il calciatore Fredrik Gulbrandsen.

L’attaccante figlio d’arte, dopo aver militato in avvio di carriera nella sua Norvegia ha iniziato a girare il mondo giocando nel Salisburgo, nei New York Red Bulls e poi in Turchia nel Basaksehir prima e nell’Adana poi, dove si è trasferito la scorsa estate. Il nazionale norvegese per la sua nuova esperienza professionale alla corte dell'allenatore italiano Vincenzo Montella, ha deciso ovviamente di risiedere nella città di Adana. E qui si trovava al momento delle prime scosse, quelle terribili che hanno raggiunto fino ai 7.8 gradi.

In un post su Instagram il 30enne Gulbrandsen ha raccontato cosa accaduto al momento del terremoto. Momenti di terrore per il ragazzo che viveva in un appartamento al 30° piano. Il solo ricordo di quei momenti concitati è da incubo: "Non posso descrivere a parole quanto fossi spaventato. Sono ancora sotto shock. Quando la terra ha iniziato a tremare ad Adana, stavo dormendo all'ultimo piano di un condominio di 15 piani e ad un certo punto ero sicuro che stavo per morire".

Gulbrandsen in occasione di un match contro il Napoli
Gulbrandsen in occasione di un match contro il Napoli

Gulbrandsen ha reso a parole l'idea di quanto stava accadendo, e la sensazione trasmessa è da brividi: "Ho strisciato sul pavimento per scendere, convinto che il pavimento sarebbe sprofondato sotto di me. Non riesco ancora a credere che l'edificio sia sopravvissuto. Si muoveva così velocemente che sembrava di essere su una barca mentre c'era una forte tempesta in mare. Una volta che sono stato in grado di lasciare l'edificio, ho visto molte persone uscire. Erano terrorizzati. Sono stato molto, molto fortunato”.

Migliaia di persone purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna. Tra questi potrebbe esserci anche un altro calciatore, Atsu, caduto nel vuoto dal 9° piano e ancora sotto le macerie. Le speranze per lui sono ridotte al lumicino.

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