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Superlega europea di calcio

I 12 club della Superlega sono ancora tutti dentro: perché non possono lasciare

La Superlega è collassata, ma i 12 club fondatori sono ancora tutti formalmente dentro al progetto. Oltre alle parole di Florentino Perez, lo confermano i comunicati ufficiali diffusi dalle società che hanno preso le distanze dalla Superlega ma solo a livello di intenti, per il momento. C’è un contratto vincolante sottoscritto dai 12 club, una procedura d’uscita complessa e clausole con penali elevatissime. Team legali al lavoro.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La Superlega sembra essere definitivamente naufragata dopo la rinuncia da parte di quasi tutti i club che hanno aderito al progetto. Stando a quanto riferito la scorsa notte da Florentino Perez, però, nessuno al momento è concretamente uscito dalla Superlega. Il presidente del Real Madrid e presidente della nuova competizione ha confermato la firma, da parte dei dodici club, di un contratto vincolante per partecipare alla Superlega. Con annesse clausola d'uscita che prevedono penali importanti. Recedere dall'accordo, in sostanza, non è immediato. E per questo motivo i 12 club della Superlega sono ancora formalmente uniti dall'intesa siglata nei mesi scorsi.

All'interno dell'accordo stipulato tra le parti, i club hanno firmato anche una sorta di clausola che include una penale in caso di uscita anticipata dall'accordo relativo al torneo. Nel contratto era stato sottoscritto un accordo con la JP Morgan, uno dei più grandi colossi finanziari, che avrebbe dovuto versare nelle casse della Superlega una cifra pari a 3,5 miliardi di euro. Una somma che sarebbe stata poi divisa dai 12 club, anche se non in maniera equa, ma in base ad alcuni criteri.

Ecco perché la garanzia finanziaria era che tutti i club prendessero parte a questo progetto, nelle stesse condizioni in cui è stato presentato fin dal principio. Florentino Perez ha spiegato che nessuna delle società ha espresso davvero la volontà di voler uscire dal progetto. I club inglesi all'interno dei propri comunicati parlano di "procedure avviate" per iniziare a valutare la possibilità di uscire dal progetto. Un processo che richiederà lavoro, sul piano legale, per evitare di essere citati in giudizio dagli altri club della Superlega.

I comunicati ufficiali dei club

La Juventus e il Milan non hanno specificato in maniera esplicita la rinuncia alla competizione. Le note ufficiali di bianconeri e rossoneri infatti parlano solo di "ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito il progetto" nel caso della Juve, mentre i rossoneri hanno semplicemente fatto intendere di non voler lasciare inascoltate le parole e le proteste dei propri tifosi. In Italia è stata più netta l'Inter ("il Club non fa più parte del progetto Super League"). Ma è chiaro come in questo contesto stiano lavorando duramente i legali per cercare di trovare un'eventuale via d'uscita da questa situazione o semplicemente tenendo in standby l'intero piano.

In Inghilterra solo il Manchester United ha preso una posizione decisa su questa questione ("non parteciperemo alla Superlega"), diversamente dalle altre società di Premier che invece hanno solamente fatto sapere di aver dato il via alle procedure d'uscita. Il Manchester City, primo club a ‘lasciare' ufficialmente la Superlega, ad esempio, non si esprime invia definitiva: "Possiamo confermare di aver avviato formalmente i processi per ritirarsi dal suo gruppo di sviluppo dalla Super League europea". In Spagna poi, Barcellona e Real Madrid non hanno rilasciato alcuni comunicato mentre l'Atletico Madrid ha fatto intendere di volersi distaccare dal progetto: "Non ufficializziamo definitivamente la nostra adesione al progetto".

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Cosa prevedono le clausole firmate dai club nel contratto di Superlega

Un'analisi del Financial Times, tra i più noti quotidiani economico-finanziari, ha fatto luce su un aspetto molto importante che riguarda le "clausole d'uscita". Una sorta di penali ad hoc progettate per mantenere nella competizione i 12 club una volta che era stato erogato i denaro per finanziare il progetto. Le clausole stabiliscono che le società non fossero state in condizione di poter abbandonare la competizione prima del mese di giugno 2025. Solo da qual momento, qualora avessero voluto lasciare la Superlega, avrebbero dovuto rimborsare una parte dei 3,5 miliardi di euro finanziati dalla JP Morgan destinati ad essi. Le sanzioni sono dunque relative al flusso di denaro in favore delle società.

La Juventus, ad esempio, nel primo comunicato inviato ai suoi azionisti, ha spiegato il progetto mettendo in evidenza gli aspetti economici che avrebbero fatto parte dell'accordo per la Superlega. L'accordo prevede la possibilità di investire una quota capitale pari a 2 milioni di euro fino ad un massimo di 8. Ecco perché in questo quadro generale, Florentino Perez non ha voluto esporsi di più quantizzando davvero il costo delle penali in caso di uscita anticipata dalla Superlega. "Nessuno ha pagato le penali previste in caso di abbandono – ha detto – A quanto ammontano le penali? Non lo dico". 

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