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Guardiola svela il vero volto di Simeone, poi si nasconde: “Creo tattiche stupide, giocheremo in 12”

Il tecnico del City alla vigilia della sfida all’Atletico Madrid ha evidenziato le qualità degli spagnoli: “C’è una falsa credenza attorno al Cholo e molti non l’hanno capito”
A cura di Alessio Pediglieri
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C'è Manchester City-Atletico Madrid in Champions League ed entrano in campo le migliori otto d'Europa a sfidarsi senza più filtri. Nella prima giornata dei quarti di finale, in contemporanea all'altra inglese impegnata, il Liverpool sul campo del Benfica, il big-match è all'Ethiad Stadium dove si confrontano due pretendenti alla vittoria finale. I colossi di Guardiola e Simeone a confronto, anzi un doppio confronto che si risolverà solamente al Wanda Metropolitano. In mezzo, tanta pretattica, qualche bugia e un po' di sarcasmo soprattutto da parte del catalano dei Citizens che in conferenza svela anche il segreto della forza dei Colchoneros e del Cholo Diego Simeone.

Pep Guardiola non si sente né un vate del calcio moderno né un tecnico oramai arrivato e pronto ad essere superato. Ha inventato tanto, a lui si devono soluzioni tattiche e di gioco che hanno in parte rivoluzionato il pallone e dove è andato ad allenare ha sempre vinto. Qualcosa di importante vorrà pur dire, eppure il tecnico del City si schernisce, in conferenza pre Champions cercando di lasciare gli onori della ribalta agli avversari. In due modi molto semplici: screditandosi ironicamente ed elogiando i pregi altrui.

"Io non ho inventato il calcio, non mi sono inventato niente perché ciò che ho fatto io già lo facevano Johan Cruyff e Charlie Reixach" sottolinea rispondendo a chi gli ricorda che è ancora oggi un punto di riferimento insieme al suo City. "Cerco solamente di adattarmi ai calciatori perché mi piace vedermi riflesso in loro, ma alla fine parlano solamente i risultati. Io analizzo, vedo, studio, giudico. Poi indico come giocare, a volte ci riesco e a volte no". Modestia che cozza con il palmares in bacheca, ma il profilo basso serve ad uno scopo principale, lasciare la pressione addosso agli avversari: "Se vinco sono un visionario, se perdo mi dicono ‘ma chi si credere di essere?'. Il punto è uno: in Champions penso molto, troppo… Stasera prendo ispirazione e domani giocheremo in 12…Mi piace inventare tattiche stupide".

Ironia che smorza i toni di una vigilia delicatissima, da spartiacque per il City che è al guado di poter avere in mano tutto sia in patria sia in Europa. Di fronte troverà però un vecchio ‘amico', quell'Atletico che Guardiola ha già affrontato mille volte e Diego Simeone, un tecnico che nasconde il suo vero volto, per poi mostrarlo solamente in campo. Ma questa volta, Pep lo farà alla guida dei Citizens, in una prima assoluta del club inglese contro i Colchoneros e ha provato a smascherare il Cholo: "Vi svelo il falso credo che c'è dietro l'Atletico" ha raccontato analizzando l'avversario di domani. "C'è una falsa credenza dietro la squadra di Simeone: è più offensiva di quanto non ci si renda conto. A lui non piace prendersi rischi in fase di costruzione ma dalla mediana in su ha tantissima qualità. Tu puoi provare a chiuderlo, pensare di riuscirci ma per principio Simeone non lo fa: i suoi giocatori sanno sempre cosa fare, ti seguono e ti raddoppiano. Chi dice che non ha mentalità offensiva non ha capito come gioca Simeone".

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