Gerry Cardinale sogna in grande: “Con il Milan voglio fare come Berlusconi o Steinbrenner”

Le ambizioni di Gerry Cardinale non hanno confini e scomoda addirittura miti del passato quando parla dei progetti che ha in mente per il suo Milan. Con l'arrivo di Allegri in panchina i rossoneri hanno un passo completamente diverso e possono tornare a sognare, sopratutto in una stagione dove si concentreranno soltanto sul campionato. Il proprietario del club è stato intervistato nel podcast americano The Varsity per parlare dei suoi investimenti e il discorso è andato inevitabilmente sulla sua squadra e sul calcio italiano.
La sfida di Cardinale al Milan
La sua missione non è semplice perché oltre a creare una squadra competitiva deve cercare di tenere i conti in ordine, la vera difficoltà per molti club in tutta l'Europa. Cardinale lo sa bene: "Probabilmente è la cosa più difficile che io abbia mai fatto. In tre anni di proprietà dell'AC Milan, siamo stati positivi in termini di flusso di cassa per la prima volta in 17 anni. E non tengo quei soldi per me, li reinvesto nella squadra". Chiarisce immediatamente l'aspetto fondamentale, ossia la centralità del Milan nei suoi affari. Sta cercando di aumentare il valore della sua rosa per poter restare al passo con le rivali più grandi, sulla scia di tanti altri presidenti che lo hanno preceduto. Quando si è presentato al mondo rossonero Cardinale ha detto di voler essere un Berlusconi 2.0, mettendo fin da subito in chiaro il suo progetto.

Ma nel podcast cita anche un altro esempio come George Steinbrenner, ricchissimo uomo d'affari proprietario dei New York Yankee la cui famiglia è stata anche accostata al Milan: "Ho detto "Berlusconi 2.0" e la mia PR è impazzita (ride). Ma ciò che intendevo dire è che voglio innovare, come fecero Berlusconi o Steinbrenner ai loro tempi. Solo che oggi non puoi più farlo nello stesso modo: è tutto troppo costoso, ci sono fondi sovrani, miliardari, devi trovare un altro modo".