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Fischi e sospetti per un rigore non tirato: Vlahovic zittisce tutti con la sua reazione

L’accoglienza che riserva lo stadio di Firenze a Dusan Vlahovic è ostile: fischi e mugugni durante il riscaldamento poi c’è l’episodio del calcio di rigore non battuto dal serbo: tiro io, tiri tu… Dinanzi c’è la Curva che non farebbe sconti. Biraghi si volta e sembra dirgli che è pronto a farsi da parte. Poi arriva il gesto dell’attaccante che segna una punizione bellissima ed esulta in maniera particolare.
A cura di Maurizio De Santis
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I fischi della Fiesole (e di altri settori dello stadio Franchi) poi il botta e risposta sul calcio di rigore che ha portato in vantaggio la Fiorentina sul Cagliari. Nei pressi arrivano Nico Gonzalez, poi Bonaventura. Tiro io, tiri tu… Dinanzi c'è la Curva che non farebbe sconti al serbo. Biraghi si volta e sembra dirgli che è pronto a farsi da parte. Calcia tu, dice Dusan Vlahovic che si allontana dagli undici metri (come da ricostruzione emersa in diretta su DAZN). Ma non è un rifiuto, né c'è uno "sgarbo" che gli viene fatto dal compagno di squadra.

È una situazione scomoda, suo malgrado. Fino a qualche settimana fa non ci sarebbero stati dubbi: il serbo sarebbe andato sul dischetto per incaricarsi, in assoluta serenità, della battuta. L'ha tirato Biraghi al suo posto, avrebbe potuto farlo lui poi gli ha lasciato onore e onere. Un episodio – l'ennesimo – destinato a far discutere perché ormai è finito nel cono d'ombra del pregiudizio, dello stillicidio logorante di insoddisfazione e sospetti.

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La domenica furibonda dell'attaccante serbo è scandita dall'accoglienza che lo stadio Viola gli riserva dopo l'annuncio ufficiale del presidente, Rocco Commisso, sull'interruzione delle trattative per il rinnovo di contratto (in scadenza nel 2024). Non c'è accordo, né possibilità di trovarlo, tra i suoi agenti che chiedono cifre nettamente al rialzo rispetto alla proposta del massimo dirigente. Da allora, dopo la sortita del club, il mondo di certezze è crollato, lasciando strascichi di nervosismo intorno alla punta serba. Diffidenza dell'ambiente, malessere strisciante, quel bisbiglio che diventa brusio di sottofondo e poi accusa manifesta per aver "tradito", per aver scelto i soldi. Perché è finito nel mirino della Juventus, e non solo. Manchester City, Tottenham e Atletico Madrid (che nell'estate scorsa fu vicinissimo a ingaggiarlo) le squadre che sono sulle sue tracce.

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L'incantesimo si spezza quando nella ripresa è Vlahovic a incaricarsi di tirare una punizione nei pressi dell'area di rigore del Cagliari. Sceglie la soluzione più difficile e calcia da campione. La traiettoria è carica di effetto, si alza sulla barriera e si abbassa quasi all'incrocio dei pali. È la miglior risposta alle critiche e alla contestazione. Poi corre verso la panchina ad abbracciare il tecnico, Italiano.

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