Deulofeu racconta il suo calvario: “Mio figlio guarda le partite e mi chiede: quando torni?”

Da quasi tre anni Gerard Deulofeu lavora incessantemente per tornare in campo. In una partita contro la Sampdoria giocata il 22 gennaio 2023 si è rotto il crociato e da quel momento è iniziato un lungo calvario che lo tiene ancora fermo ma che non gli ha mai fatto perdere le speranze e la voglia di riprendersi tutto quello che gli spetta. È rimasto all'Udinese anche dopo la rescissione del contratto, una squadra che ormai è diventata la sua casa, e sogna ancora di poter giocare per chiudere il cerchio della sua carriera.
In una toccante intervista con il Guardian lo spagnolo ha ripercorso le dolorose tappe della sua vita, da ormai tre anni scandita da un male incessante e da tanti alti e bassi. "Forse è il recupero più difficile della storia" ammette candidamente, "Se riuscissi a tornare ci vorrebbero più di 1.000 giorni. Ma sono uno che si prende cura di sé e penso di potercela fare. Se c'è una persona che può farcela, sono io".
Come sta Deulofeu a tre anni dall'infortunio
Il suo non è stato un problema normale, ma una serie di sfortunatissime circostanze che hanno trasformato la rottura del crociato in qualcosa di molto più serio. È stato operato a Roma e poi ha avuto un'infezione che ha colpito la cartilagine, una complicazione che ha allungato tantissimo i tempi di recupero. Deulofeu sapeva bene che il percorso non sarebbe stato facile: "Fin dai primi mesi sapevo che non sarei tornato in forma in fretta. A ogni risonanza magnetica che ho fatto, la cartilagine si era deteriorata".
La sua speranza resta sempre quella di tornare in campo e l'Udinese lo aspetta. Chiaramente non ha più un contratto dall'inizio di quest'anno, ma il club non lo ha lasciato solo e gli permette di usare la sua struttura e di allenarsi con i vecchi compagni di squadra che spesso frequenta anche fuori dal campo. Deulofeu ha ammesso di aver pensato anche sl ritiro definitivo ma c'è qualcosa che lo spinge ad andare avanti, l'incessante curiosità di suo figlio: "Era molto piccolo l'ultima volta che ho giocato. Abbiamo guardato la partita e mi chiedeva solo: ‘Quando? Quando torni?' Ci sto provando, ci sto provando".