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De Zerbi cuore bresciano: “Se ho un tatuaggio legato all’Atalanta? A questa domanda rispondo dopo”

Alla vigilia della sfida di Champions contro l’Atalanta, Roberto De Zerbi ammette di viverla come un derby personale. Da bresciano, affrontare i bergamaschi ha per lui un significato speciale. “Giocare contro un’italiana è sempre emozionante — dice — ma questa volta lo è ancora di più”.
A cura di Vito Lamorte
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Roberto De Zerbi definisce quasi un “derby” la sfida di Champions League tra il suo Marsiglia e l’Atalanta, sottolineando quanto questa gara abbia un sapore speciale per lui. "Affrontare un’italiana è sempre un’emozione particolare — spiega l’allenatore, alla seconda stagione sulla panchina francese —. Mi era già capitato con lo Shakhtar e con il Brighton, ma giocare contro l’Atalanta, da bresciano, è qualcosa di diverso".

De Zerbi ricorda le origini e le domeniche vissute a pochi passi dallo stadio: «Sono nato a cento metri dal campo, e quando c’era la partita si respirava calcio per tutta la settimana». Poi una riflessione sul confronto tra le due realtà: "L’Atalanta ha sempre avuto società solide e presidenti di valore, noi siamo stati meno fortunati". E sul presunto tatuaggio dedicato ai bergamaschi? "A quella domanda — sorride — risponderò dopo. Ora conta solo giocare una grande partita di Champions".

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De Zerbi, il bresciano col “mal di derby”: una carriera intrecciata con l’Atalanta

Nato e cresciuto a due passi dallo stadio di Brescia, Roberto De Zerbi ha nel cuore le Rondinelle e una rivalità naturale con i “cugini” bergamaschi. Tra sfide tese, incroci fatali e carriere parallele, il tecnico dell'Olympique Marsiglia continua a vivere ogni partita contro l’Atalanta come qualcosa di più di una semplice gara di Champions League.

RDZ ha respirato calcio sin da bambino, crescendo nel quartiere bresciano di Mompiano, proprio accanto allo stadio Rigamonti. Suo padre, Alfredo, era un appassionato dirigente del tifo biancazzurro, e da lì nasce quel legame profondo con il Brescia. E, di riflesso, la naturale rivalità con l’Atalanta.

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Allenatore carismatico e perfezionista, De Zerbi non ha mai nascosto la sua antipatia sportiva verso i nerazzurri. Nel 2016, quando guidava il Palermo, preparò la sfida di Bergamo ritirandosi a Coccaglio, “casa Brescia”, e vinse 1-0 con gol di Nestorovski. Fu una vittoria storica, mentre l’Atalanta, dopo quella sconfitta, cominciò la sua favola con Gasperini.

Da lì in avanti, però, per De Zerbi le sfide contro i bergamaschi sono diventate un tabù: con Benevento e Sassuolo ha incassato sconfitte pesanti, confessando di vivere queste partite con un’ansia particolare. D’altronde Gasp, a suo dire, è stato uno degli allenatori che più lo ha tenuto sveglio la notte prima delle partite. Questa volta, però, l'allenatore di Grugliasco non ci sarà.

Ogni volta che incrocia l’Atalanta riaffiora il ragazzo di Mompiano. Quello che da bambino sentiva il boato dello stadio e sognava di portare in alto il Brescia. Perché, per Roberto De Zerbi, contro i bergamaschi non è mai solo una partita: è una questione di cuore.

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