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Dani Alves e il tradimento subito a Barcellona: “Non hanno rispetto per chi ha scritto la storia”

L’esterno brasiliano si è tolto altri sassolini fastidiosi: “Il Barça oggi ha una mentalità totalmente inversa a quella vincente che noi riuscimmo a costruire in poco tempo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Dani Alves ad oggi è ancora un "free agent", un parametro zero senza squadra alla ricerca di un ingaggio. A pensare che sia il giocatore più vincente della storia del calcio, così come lui stesso si è definito in un recente post social, sembra assurdo, eppure l'esterno brasiliano si è svincolato dal Barcellona poche settimane fa, chiudendo una seconda avventura in Catalogna decisamente deludente. A tal punto che è tornato più volte sui suoi ultimi mesi al Barça costellati da atteggiamenti ostili e incomprensibili nei suoi confronti, del tutto mancanti di rispetto e considerazione per la sua storia all'interno del club azulgrana.

Dove giocherà non lo sa nessuno e, forse non lo sa nemmeno lui stesso, ma di certo Dani Alves vuole continuare a calcare i campi di calcio. Per farlo, sceglierà quella che riterrà la soluzione migliore perché l'obiettivo dichiarato è sempre e solo uno, i prossimi Mondiali in Qatar: "Mi piacciono le sfide e mi adatto a qualsiasi situazione" ha sottolineato in una recente intervista al The Guardian, "E non nascondo che sono già venute fuori cose interessanti , le sto studiando con calma".

Senza calma, invece, quando parla del Barcellona perché con l'ex club compagno di mille vittorie Dani Alves si è ritrovato con il dente avvelenato. Già in passato, ritornando su come sia finita la sua seconda avventura in Catalogna aveva evidenziato atteggiamenti negativi nei suoi confronti a tal punto da averlo spinto a cercare altre soluzioni: "La mentalità del club oggi è completamente inversa a quella che eravamo riusciti a costruire noi in poco tempo. Il Barcellona deve cambiare dentro e fuori dal campo perché tutto ciò che accade intorno poi si riversa all'interno".

Tanto che sotto il profilo gestionale, la dirigenza è stata complice di alcune mancanze inaccettabili: "Quando sono tornato avevo messo subito le cose in chiaro" continua Dani Alves. "Non sono più il ragazzino di 20 anni ma un uomo e ho preteso che tutto venisse svolto con chiarezza dicendoci le cose in faccia, in anticipo e senza nasconderle". Alla fine, però, non è andata così: "Sarò sempre grato al presidente e a Xavi per aver permesso il mio ritorno ma non mi è piaciuto come il club ha gestito il mio addio. Per cinque anni ho sognato di ritornare al Barcellona, ero felicissimo di aver coronato il mio sogno. Da culè speravo che gestissero la situazione in modo differente ma mi sono accorto che questo Barcellona manca di rispetto per le persone che ne hanno scritto la storia". 

Una seconda storia finita male ma che non ha scoraggiato il 39enne esterno brasiliano ancora una volta pronto a rimettersi in gioco: "Questo è il calcio. Devi stare insieme a persone che vogliono lo stesso obiettivo, che vogliono competere, vincere. A me piace vincere e voglio andare da qualche parte in cui posso tornare a farlo". 

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