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Dall’Iran accuse all’Italia: “Stanno lavorando per eliminarci dai Mondiali e andarci loro”

Dopo le terribili scene vissute a margine del match contro il Libano, la FIFA ha ammonito l’Iran che “non si può tornare indietro” circa l’accesso delle donne agli stadi. La violazione dell’articolo 4 sulla “non discriminazione” potrebbe portare all’esclusione dai Mondiali a favore di un’altra Nazionale: dall’Iran arrivano accuse all’Italia.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mashhad, Iran nord-orientale, 29 marzo 2022: un paio di migliaia di donne assiepate all'esterno dello stadio Imam Reza – dove sta per iniziare il match tra i padroni di casa e il Libano – vengono brutalmente respinte ai cancelli d'ingresso pur avendo regolarmente comprato il biglietto. Alcune provano a scavalcare e vengono colpite da scariche di spray al peperoncino in pieno viso: i video che mostrano i malori delle tifose collassate a terra sono terribili ed ancora una volta espongono in maniera cruda la violazione dei diritti femminili in Iran.

In particolare, con riferimento al calcio, appare chiaro come le rassicurazioni date dall'Iran alla FIFA negli ultimi anni circa l'apertura degli stadi anche alle donne – per adeguarsi agli obblighi statutari che vietano qualsiasi tipo di discriminazione anche riguardo al "genere", come sancito dall'articolo 4 siano in realtà assolutamente fasulle. I due anni di lockdown per il Covid sono stati la foglia di fico sulla questione, ma una volta riaperti gli stadi il regime integralista è tornato a mostrare il suo vero volto: da un lato rassicura Infantino e mette in vendita in maniera ostentata i biglietti anche alle donne – peraltro in un numero ristretto di rappresentanza – dall'altro poi le lascia fuori dagli impianti in ossequio al divieto di promiscuità, accusandole anzi di aver provocato disordini.

La partita col Libano, vinta per 2-0, era valida per l'ultimo turno delle qualificazioni mondiali: la squadra del bomber Azmoun aveva già staccato il pass per il Qatar avendo vinto il proprio girone davanti alla Corea del Sud, quindi il match era di fatto inutile. Se non ci fossero stati quei video, tutto sarebbe andato avanti come al solito tra censura e propaganda, ma davanti ad immagini così forti alla FIFA hanno avuto un sussulto, cui ha fatto seguito una posizione ufficiale fatta pervenire alla stampa: "La FIFA ha appreso con preoccupazione che ieri le donne non sono state ammesse alla partita di Mashhad e chiede alla Federcalcio iraniana maggiori informazioni su questo argomento. La posizione della FIFA in relazione alla presenza delle donne alle partite di calcio in Iran è chiara: sono stati raggiunti progressi storici – come esemplificato dalla pietra miliare dell'ottobre 2019, quando migliaia di donne sono state ammesse allo stadio per la prima volta in 40 anni, e più recentemente quando alcune donne sono state nuovamente ammesse alla partita di qualificazione alla Coppa del Mondo a Teheran a gennaio – e la FIFA si aspetta che questo continui, perché non si può tornare indietro".

Un avvertimento alla Federcalcio iraniana – ed ovviamente al regime islamico che tutto guarda – affinché non sottovaluti la questione. Le terribili scene di Mashhad tirano infatti in ballo in maniera puntuale l'articolo 4 degli statuti FIFA, quello sulla "non discriminazione", il cui dettato termina con la frase "è punibile con sospensione o espulsione", il che per una Nazionale qualificata ai prossimi Mondiali sarebbe una mazzata, traducendosi nell'automatica esclusione dal torneo in Qatar. "La discriminazione di qualsiasi tipo nei confronti di un Paese, di una persona o di un gruppo di persone per motivi di razza, colore della pelle, origine etnica, nazionale o sociale, genere, disabilità, lingua, religione, opinione politica o qualsiasi altra opinione, ricchezza, nascita o altro stato, orientamento sessuale o qualsiasi altro motivo è severamente vietata e punibile con la sospensione o l'espulsione", recita l'articolo in questione, la cui violazione sembra abbastanza acclarata dai fatti di Mashhad. E tuttavia la scappatoia del dare la colpa a un ‘equivoco' o a una ‘incomprensione' con le autorità locali o con gli organizzatori del match o ancora con chi materialmente era addetto agli ingressi è una formula sempre spendibile.

L'articolo 4 degli statuti FIFA su "non discriminazione e uguaglianza"
L'articolo 4 degli statuti FIFA su "non discriminazione e uguaglianza"

Il pugno duro di Infantino che arrivi fino all'esclusione dell'Iran dai Mondiali appare improbabile, pur in presenza di fatti così circostanziati e documentati. Oggi in Qatar si è svolto il Congresso della FIFA, con tutte le delegazioni collegate in video compresa quella iraniana, e non è stata detta mezza parola non solo su una possibile sanzione per la locale Federcalcio, ma anche su quanto avvenuto all'esterno dello stadio Imam Reza di Mashhad. Insomma, le speranze dell'Italia di essere ripescata ai Mondiali dopo aver fallito la qualificazione tramite gironi e playoff sembrano destinate a rimanere un pio desiderio. Peraltro anche in caso di esclusione dell'Iran – o di qualsiasi altra Nazionale per la mancata osservanza degli obblighi statutari – non esiste al momento un criterio prestabilito che indichi chi sarebbe chiamato a sostituirlo in Qatar. "La FIFA deciderà sulla questione a sua esclusiva discrezione e intraprenderà qualsiasi azione si ritenga necessario", recita al riguardo l'articolo 6 del regolamento preliminare FIFA dei Mondiali 2022.

Sardar Azmoun è il bomber dell'Iran
Sardar Azmoun è il bomber dell'Iran

Chi spinge la causa azzurra si appella al fatto che la Nazionale italiana è quella con la posizione più alta nel Ranking FIFA tra quelle escluse dai Mondiali: attualmente siamo al sesto posto, dietro Brasile, Belgio, Francia, Argentina e Inghilterra. Ma come detto né questo requisito né l'essere campioni d'Europa ci dà diritto ad una posizione privilegiata ai fini di un eventuale ripescaggio, che anzi potrebbe premiare un'altra Nazionale dell'AFC, la Confederazione Asiatica di Calcio, in virtù del fatto che con l'esclusione dell'Iran verrebbe meno uno dei posti della quota di finalisti riservati all'Asia.

Il dibattito sulla questione – particolarmente vivace in Italia, visto che la speranza è l'ultima a morire in un Paese che respira calcio – è peraltro arrivato fino in Iran, dove i media non solo danno conto con un po' di preoccupazione dell'ammonimento della FIFA circa il fatto che sull'accesso delle donne agli stadi "non si può tornare indietro", ma ci accusano di soffiare sul fuoco delle colpe iraniane, spingendo per una loro esclusione dei Mondiali a nostro favore: "È in atto il tentativo di rimuovere l'Iran dai Mondiali – è l'attacco nei nostri confronti – I media italiani stanno lavorando duramente per eliminare l'Iran e per la partecipazione dell'Italia ai Mondiali". Tranquillizziamo i nostri colleghi iraniani: qua nessuno trama alle spalle di nessuno. Semplicemente facciamo il nostro lavoro: dare notizie verificate e sulla base di quelle illustrare i possibili scenari futuri. È quasi impossibile che l'Italia vada ai Mondiali, ma la vergogna accaduta allo stadio Mashhad meriterebbe qualcosa in più del silenzio andato in scena oggi al Congresso FIFA.

Le speranze italiane di essere ripescati ai Mondiali sono arrivate in Iran
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