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Luis Suarez e il caso della cittadinanza italiana

Dalle telefonate all’esame: il coinvolgimento della Juventus nel caso Suarez

L’inchiesta della Procura di Perugia sull’esame “farsa” di Luis Suarez chiama in causa direttamente la Juventus. Secondo gli inquirenti il club bianconero si era attivato per accelerare il riconoscimento della cittadinanza al calciatore sudamericano. Ecco come sono andate le nella ricostruzione dei fatti, dalle telefonate fino al giorno dell’esame.
A cura di Maurizio De Santis
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"Dobbiamo aiutare il nostro centravanti". E anche se "non spiccica ‘na parola d'italiano" con lui "vinciamo la Champions League". Sono alcune delle intercettazioni telefoniche che tornano in auge oggi con l'inchiesta della Procura di Perugia sull'esame ‘farsa' di Luis Suarez arrivata a un punto di svolta. In base al materiale raccolto dagli inquirenti al calciatore erano stati "preventivamente comunicati" i contenuti della prova, quell'esame d'italiano che attraverso il conseguimento della certificazione b1 gli avrebbe garantito cittadinanza e passaporto nazionale.

Il coinvolgimento della Juve nel caso Suarez

La stessa Juventus, che si è detta sempre estranea ai fatti, è direttamente coinvolta nella questione per l'operato di alcuni esponenti della dirigenza: per il pool umbro "gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per accelerare" la pratica relativa al giocatore sudamericano. In attesa che la vicenda abbia ulteriori sviluppi (avrà impulso anche l'inchiesta aperta dalla Figc?), per adesso i primi provvedimenti riguardano altri soggetti dell'indagine: la rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego, è stata sospesa per 8 mesi dalle sue funzioni, assieme al direttore generale Simone Olivieri e i 2 professori indagati, Stefania Spina e Lorenzo Rocca.

I primi contatti tra club e Università

Luis Suarez aveva iniziato l'iter per ottenere il passaporto italiano da un paio di anni (sua moglie, Sofia Balbi, e i figli hanno cittadinanza italiana per discendenza diretta) ma la pratica era rimasta intrappolata tra le maglie della burocrazia. Mancava il documento più importante: la certificazione con timbro B1. Solo questo atto può sbloccare l'operazione di mercato che consentirebbe alla Juventus di accogliere il ‘pistolero' in rosa da comunitario. Ed è qui – ai primi di settembre – che inizia la serie di contatti tra il club e i vertici dell'Università.

  • Un legale della Juventus chiede informazioni all'Ateneo di Perugia: attraverso questo canale, rispetto all'ambasciata italiana a Madrid e al consolato di Barcellona, si può fare prima. Si deve fare prima, non c'è tempo a disposizione sia perché il 5 ottobre si chiude ufficialmente il calciomercato sia perché il 6 è l'ultimo giorno utile per presentare la lista Champions.
  • "Tu sai che io ho buoni rapporti con la dirigenza della Juventus" – le parole del rettore dell’Università Statale Maurizio Oliviero (che non figura tra gli indagati) in un contatto telefonico con il Direttore generale di quella per gli stranieri Simone Olivieri (inquisito per corruzione, falso e violazione di segreto).
  • Chi è il dirigente della Juventus? Il nome che emerge inizialmente è Federico Cherubini, l’head of football teams and technical areas del club fornisce la propria versione dei fatti riportata dal quotidiano La Stampa. L’ho contattato (Oliviero, ndr) perché lo conosco essendo umbro come me. Avevo saputo dal consolato di Barcellona che Suarez avrebbe potuto sostenere il test a Siena o a Perugia. Ho chiamato il rettore per avere notizie e mi ha spiegato che bisognava rivolgersi all’Università per Stranieri. A quel punto la palla è passata nelle mani dello staff di Suarez e dei nostri avvocati". Ma ad oggi risulta ufficialmente nel registro degli indagati il direttore sportivo, Fabio Paratici.
  • Chi sono gli avvocati? Luigi Chiappero, legale della Juventus, e la collega Maria Turco furono ascoltati in Procura come persone informate sui fatti e non come indagati. Entrambi affermarono la totale estraneità ai fatti della Juventus e parlarono di verità che "spesso viene alterata, ritagliata, ricostruita e restituita in un racconto che magari serve più al lettore".

L'organizzazione dell'esame di Suarez

La macchina organizzativa è partita. Ricevuto l'input, la catena del comando e delle azioni da mettere in atto innesca tutte le persone incaricate. L'obiettivo è fare arrivare "le necessarie direttive" per attestare che Luis Saurez – uno "che guadagna 10 milioni a stagione" – parli bene l'italiano. È Stefania Spina, docente ordinario di Glottologia e linguistica, a mostrarsi molto disponibile: "Con lui vinciamo la Champions League", è quanto emerse dalle intercettazioni con il riverbero social del messaggio pubblicato su Twitter dopo la consegna del diploma: "Grazie Luis Suarez per la tua visita di oggi all’Università per Stranieri di Perugia. È stato un piacere averti come studente!".

Il blitz del calciatore a Perugia: fa tutto in mezz'ora

L'esame di Suarez dura nel complesso una mezz'ora, convenevoli compresi. "L'abbiamo instradato bene, sta memorizzando parte dell'esame", è la frase che catturerà l'attenzione degli inquirenti e troverà conferma nel modo e nella tempistica adottati dalla commissione al momento del test. All'attaccante verranno rivolte domande facili del tipo "come ti chiami?" oppure "che professione fai?" e ancora "in quale città ti immagini in futuro?". Oppure, mostrando alcune immagini: "indica cocomero e supermercato". Tutti quesiti preparati, ai quali l'ex Barça risponde come da copione e ottiene il pezzo di carta auspicato.

La Juve cambia obiettivo e ‘scarica' Suarez

Saurez è abilitato può andare alla Juve? No. Perché l'operazione subisce una brusca frenata ed è al stessa società bianconera a virare su altri obiettivi. Il motivo ufficiale fa riferimento alle difficoltà burocratiche per restare nei tempi previsti dal regolamento (5 ottobre per il tesseramento, 6 ottobre per la comunicazione della lista Champions). Quel passaporto che sarebbe dovuto arrivare in fretta, non arriverà. Suarez torna a casa col diploma in tasca ma con la consapevolezza che la prossima maglia non sarebbe stata quella della Juventus.

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