Dalla guerra alla Champions, il talento di Mudryk racconta la favola Shakhtar: “Vinciamo per l’Ucraina”
La vittoria dello Shakhtar a Lipsia (4-1) nella prima giornata di Champions League si iscrive in calce alle storie di sport più romantiche. È stata esaltante e terribile al tempo stesso, complice l'esonero del tecnico Tedesco provocato proprio da quella batosta tremenda presa in casa contro un avversario che – almeno sulla carta – partiva sfavorito.
Gli ucraini non giocano in casa, a Donetsk, dal 2014 (da quando la guerra fece capolino nel Donbass). Nemmeno sanno se e quando potranno tornarvi alla luce del conflitto deflagrato a causa dell'invasione russa. Le prossime gare interne di Coppa saranno giocate a Varsavia (Polonia). Il campionato è ripartito da due settimane e con notevoli difficoltà logistiche, oltre al pericolo di ritrovarsi nel bel mezzo di un allarme anti-missilistico. Per sei mesi calciatori, staff, squadre sono rimasti inattivi, bloccati e squassati dalle operazioni belliche sul territorio.
La rosa è stata smembrata dal mercato tra prestiti e cessioni a titolo definitivo. La ‘colonia brasiliana' che aveva dato una forte identità tattica alla squadra non c'è più. Manor Solomon (israeliano) e Tetê sono stati tra gli ultimi a partire dopo gli addii di David Neres (Benfica), Dodô (Fiorentina), Marcos Antônio (Lazio), Fernando (Salisburgo), Pedrinho (Atletico Mineiro), Marlon (Monza), Ismaily (Lille).
L'unico sudamericano rimasto in rosa è il terzino destro Lucas Taylor. Un'eccezione rispetto all'attualità che vede tesserati tutti giocatori ucraini giovanissimi con ben sei titolari di età inferiore ai 23 anni e altrettanti in panchina che di anni (ed esperienza) ne hanno ancora meno.
Tra questi c'è anche una stellina, è l'esterno d'attacco mancino di piede invertito come si dice in gergo: Mykhaylo Mudryk (21 anni) calcia di destro ma gioca sulla corsia sinistra, utilizzando velocità e abilità nel dribbling per diventare devastante accentrandosi e battere a rete col piede ‘preferito'.
Un gol e due assist hanno dato una spallato al Lipsia e acceso su di lui i riflettori di mezza Europa. Dalla Premier League lo aveva già fatto l'Everton, dicendosi pronto a mettere sul piatto una somma importante: 30 milioni di euro. L'Arsenal, colpito dalle doti del ‘ragazzo' che ha tutto per esplodere, pure ha fatto sapere che c'è un grande interesse nei suoi confronti.
È forte abbastanza da aver meritato già un soprannome e un accostamento importante: lo hanno ribattezzato il Neymar ucraino per le caratteristiche e per il modo in cui addomestica (e fa scomparire) la palla. Nella favola dello Shakhtar il suo nitore è una finestra aperta sul futuro, un fiore che sboccia in mezzo a un campo devastato.