Cosa è successo nell’incontro di Simone Inzaghi con Marotta prima dell’addio all’Inter: cosa si sono detti

"Non ho più le energie per continuare". È iniziato così, con una frase semplice e diretta, il lungo colloquio tra Simone Inzaghi e i vertici dell'Inter in cui si è sancito l'addio ufficiale dell'allenatore al club nerazzurro. Tre ore di confronto a porte chiuse, nel cuore di Milano, lontano da occhi indiscreti, con Beppe Marotta, Piero Ausilio e Dario Baccin. Nessun altro. Nessun agente. Solo il tecnico e la dirigenza, faccia a faccia per mettere un punto a un ciclo che, dopo quattro anni, è arrivato al capolinea.
Inzaghi è stato chiaro fin da subito: "Non posso più andare avanti, sono stanco, penso che il mio ciclo qui sia giunto al termine" avrebbe infatti detto il piacentino secondo quanto rivela la Gazzetta dello Sport. Parole nette, definitive. Chi lo ascoltava sapeva già: la separazione era nell'aria da giorni. Già da prima della rovinosa sconfitta nella finale di Champions League con il PSG. Nessuna forzatura, nessun tentativo di convincerlo a restare. L'ambiente era sereno, come dimostra anche il fatto che l'allenatore sia arrivato e ripartito con l'auto della società. Nessun clima teso, solo la consapevolezza di un finale inevitabile.

L'incontro è durato dalle 14 alle 17. Tre ore intense ma pacate, lontano dai riflettori e dalla sede del club, dove nel frattempo i cronisti attendevano invano. Nessuna trattativa sul contratto, nessuna discussione economica. Inzaghi ha rinunciato ai 7 milioni dell'ultimo anno (cifra comprensiva dell'automatico aumento da 500mila euro previsto rispetto ai 6,5 milioni attuali) senza chiedere buonuscite o rispetto di clausole presenti nel precedente accordo. Un addio pulito, quasi silenzioso. E l'Inter, che già si è messa alla ricerca del nuovo allenatore, da parte sua, per liberarlo non ha chiesto alcun indennizzo all'Al Hilal, la prossima destinazione del tecnico.

Durante il confronto, si è parlato anche dell'Arabia Saudita e della nuova avventura che attende l'allenatore italiano. Un passaggio delicato, gestito con professionalità. Inzaghi ha rassicurato i dirigenti: non tenterà di portare via i top player nerazzurri con proposte milionarie. Un gesto di rispetto verso un club con cui ha condiviso traguardi importanti, su tutti lo scudetto 2023/2024.

C'è stato anche spazio per una battuta: l'ipotesi di un possibile incrocio tra Inter e Al Hilal ai quarti del Mondiale per club. Uno scenario curioso, forse suggestivo, che testimonia come l'addio non sia stato vissuto come una frattura ma come la naturale conclusione di un rapporto. Inzaghi, semplicemente, non si sentiva più motivato.
Una chiusura netta, sobria, senza ombre. Il tecnico lascia l'Inter dopo aver riportato la squadra in vetta, consapevole di non poter dare di più. E lo fa con stile, lasciando sul tavolo soldi e polemiche.