Coronavirus in Spagna, anche Barcellona-Napoli e Siviglia-Roma a rischio porte chiuse

La vendita dei biglietti per Barcellona-Napoli è già partita. I tifosi azzurri hanno iniziato il conto alla rovescia verso la partita del 18 marzo (ore 21) in programma al Camp Nou dopo il pareggio (1-1) del San Paolo. Stessa incognita anche per i sostenitori della Roma che il 12 marzo meditano di andare a Siviglia per stare accanto ai giallorossi nell'andata degli ottavi di Europa League. Il rischio che debbano restare tutti a casa, però, è altissimo alla luce delle dichiarazioni e dei provvedimenti illustrati dal ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, a causa dell'emergenza Coronavirus (sono 153 i casi registrati in terra iberica).
Una misura coerente con ciò che le autorità italiane competenti hanno fatto nel loro Paese – ha spiegato il ministro spagnolo in conferenza – facendo sì che gli eventi sportivi che si svolgono nelle quattro regioni a rischio (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto ) si svolgano a porte chiuse.
Richiesta specifica. Chiudere al pubblico tutti gli eventi sportivi delle prossime settimane che comportano l'afflusso di tifosi da paesi considerati a rischio come alcune regioni italiane (in questo caso la Lombardia), oppure Corea del Sud, Giappone, Cina, Iran e Singapore. Porte sbarrate, nel calcio come in altre discipline.
Quali sono le partite interessate. Le gare in discussione sono quella tra Valencia e Atalanta in Champions League (in programma il 10 marzo) e Getafe-Inter, andata degli ottavi di Europa League (19 marzo). Del novero fanno parte anche gli incontro di basket, Valencia-Olimpia Milano e Girona-Venezia.
Cosa succederà, invece, per Siviglia-Roma e Barcellona-Napoli? Al momento le due partite si giocheranno a porte aperte, non ci sono state preclusioni o indicazioni specifiche al riguardo. Resta sospesa l'ipotesi che anche per questi due incontri le autorità iberiche impongano la disputa a porte chiuse.