Conte spiega cos’è successo a Napoli: “Acquazzone e infortunio di Gutierrez, cose non controllabili”

Il Napoli resta in corsa per la qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Champions League ottenendo la sua seconda vittoria del girone col 2-0 rifilato al Qarabag al Maradona: i punti in classifica ora sono sette, con tre partite ancora da giocare. La strada è ancora lunga (gli azzurri sono attualmente al 18° posto e ci sono ancora le gare del mercoledì), ma fare bottino pieno stasera era imprescindibile. Antonio Conte è soddisfatto e sereno, nessuna sfuriata come quella post Bologna che tanto ha fatto discutere, ma ci tiene ancora una volta a puntualizzare le difficoltà oggettive del Napoli in questo inizio di stagione, con i tanti infortuni, l'ultimo dei quali quello di Gutierrez alla vigilia del match di stasera, in mezzo al diluvio abbattutosi sul Golfo lunedì.
Conte racconta la vigilia di Napoli-Qarabag, ancora "situazioni controllabili"
"Tante volte si giudica in base ai risultati delle partite – spiega il tecnico azzurro ai microfoni di ‘Sky Sport' – Io dico che un'annata come questa, così difficile… noi da inizio anno stiamo rincorrendo, avendo comunque tante indisponibilità. Quello che io dico sempre è che io posso controllare o comunque indirizzare tante situazioni, quello che non posso controllare è ieri fare allenamento 15 minuti, perché poi ieri c'è stato un acquazzone che ci ha allagato il campo e abbiamo dovuto smettere. In quei 15 minuti Gutierrez ha avuto una distorsione, avete capito? Cioè, già in una situazione di emergenza un altro calciatore che… questo dispiace perché sono situazioni incontrollabili che uno poi alla fine va a vedere e dice ‘il Napoli che ha fatto, ha perso?', ‘il Napoli è di nuovo in crisi', e non va a vedere effettivamente che situazioni stiamo affrontando tutti insieme. Proprio per questo motivo i ragazzi sono eccezionali".

"Il Napoli non era morto, anche se è un momento di grandissima difficoltà. Guardate la panchina di stasera"
Un concetto che Conte ribadisce anche quando sottolinea chi c'era stasera in panchina, ovvero non tante alternative alla luce delle assenze dei pezzi pesanti fermi ai box per infortunio: "Il Napoli non era morto, non è questione di essere vivi o non vivi – replica dopo essere stato stuzzicato sulle sue parole dopo la sconfitta a Bologna – è questione di continuare a lavorare e di dare sempre tutto quello che abbiamo. Poi le partite si possono vincere o meno, però io e i ragazzi sappiamo che dobbiamo dare sempre tutto. È un momento sicuramente di grandissima difficoltà a livello di disponibilità di giocatori. Oggi avete visto che c'era una panchina con sette giocatori, di quei sette due erano portieri, poi c'erano due ragazzi di grandi speranze come Ambrosino e Vergara. Stiamo affrontando un periodo veramente molto difficile, ma dall'inizio dell'anno".
"L'energia è fondamentale, io devo essere il primo ad averla e trasmetterla alla squadra"
Alla luce di tutto questo, il tecnico azzurro non può che essere contento per quanto messo in campo da chi c'era: Conte usa una parola in particolare cui tiene tantissimo, energia. "L'energia è troppo importante, io devo essere il primo ad avere grande energia, perché poi la devo trasmettere alla squadra. Per questo a Bologna mi sono preso le responsabilità. L'energia è fondamentale, i ragazzi devono sprigionare energia in ogni partita ed essere squadra, aiutarsi, avere proprio voglia anche a volte di soffrire, e di gioire tutti insieme per un unico obiettivo. Questo noi l'abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo".