Come la Premier League cambia il Fair Play Finanziario: addio salary cap, arriva il tetto sui costi della rosa

La Premier League cambia le regole finanziarie dei club, ponendo fine al dibattito sul salary cap. Oggi, durante l’assemblea dei club, la proposta di introdurre un tetto salariale basato su un multiplo dei ricavi da diritti TV dell’ultima squadra in classifica – noto come “ancoraggio” – ha ricevuto solo sette voti favorevoli, non sufficienti per l’approvazione. La misura era stata fortemente contestata dal sindacato dei calciatori, che aveva minacciato azioni legali in caso di approvazione.
Pur respingendo il salary cap, i club hanno approvato un nuovo sistema di controllo dei costi delle rose, che entrerà in vigore a partire dalla stagione 2026-27. Il regolamento SCR sostituisce l’attuale Fair Play Finanziario interno, che consentiva perdite fino a 105 milioni di sterline negli ultimi tre esercizi.

Dal prossimo anno, ciascun club potrà destinare al massimo l’85% dei ricavi tra stipendi, acquisti di calciatori e commissioni agli agenti. Il sistema riprende in parte le regole UEFA, ma con margini più ampi, e prevede un margine pluriennale del 30% per eventuali spese extra, soggetto a prelievo.
Premier League, addio al salary cap: arriva il nuovo Fair Play Finanziario con tetto sul costo complessivo della rosa
Il regolamento introduce anche una “luxury tax”: le squadre che superano la soglia dell’85% dovranno pagare multe, redistribuite tra i club virtuosi, in particolare quelli impegnati in coppe europee. Inoltre, la Lega punta a garantire la sostenibilità e la resilienza finanziaria dei club tramite tre indicatori: capitale circolante, liquidità ed equity positivo. Chi supera il 115% dei costi rosa rischia sanzioni economiche e sportive.
Non tutti i club hanno accolto con entusiasmo la riforma. Bournemouth, Brighton, Crystal Palace e Brentford hanno espresso riserve, temendo che il nuovo tetto possa limitare le strategie basate sulle plusvalenze.
L’obiettivo dichiarato dalla Premier League, tuttavia, è chiaro: ridurre la complessità della gestione finanziaria, aumentare la stabilità dei club e favorire una competizione più equilibrata, dando a tutte le squadre maggiori opportunità di successo.