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Collina sulla regola del fallo di mano; “Punito ogni tocco che causerà o favorirà un gol”

Il presidente della Commissione degli arbitri della FIFA, Pierluigi Collina, in un’intervista ha parlato dei falli di mani: da adesso qualunque tocco con la mano sarà punito se causerà o favorirà una segnatura della rete, che sia un gol o un assist. Il criterio che conta è l’immediatezza, non la volontarietà.
A cura di Alessio Morra
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Uno dei grossi problemi del calcio è rappresentato dalla regola del fallo di mano, che in ogni caso, nonostante tante modifiche, piccole o grandi, crea sempre grandi polemiche. E chi meglio di un grande ex arbitro come Pierluigi Collina, uno dei migliori di sempre, può comprendere e spiegare i criteri con cui vengono assegnati i falli di mano. E nel futuro del calcio c'è una grossa novità.

Conta l'immediatezza e non la volontarietà

L'ex fischietto ha detto che dalla prossima stagione più della volontarietà sarà valido come criterio quello dell'immediatezza. E per spiegare meglio ciò fa l'esempio di un gol annullato nella finale di Champions tra Barcellona e Juventus nel 2015, fu cancellato un gol di Neymar:

Prima venivano puniti falli di mano assolutamente involontari, come quello per cui venne annullato un gol a Neymar nella finale della Champions 2015 a Berlino, ora abbiamo codificato che la volontarietà è solo uno dei criteri per rendere punibile un fallo di questo tipo. Più semplicemente, da adesso qualunque tocco con la mano sarà punito se causerà o favorirà una segnatura della rete, che sia un gol o un assist. Il criterio che conta è l'immediatezza, non la volontarietà.

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L'arbitro conta più del VAR

Parlando con ‘Radio 24', Pierluigi Collina, che è presidente della commissione degli arbitri della FIFA e membro dell'IFAB, ha cercato di rendere più chiari i regolamenti e ha anche ribadito che l'arbitro decide più del VAR. E secondo l'ex fischietto il direttore di gara mantiene sempre l'autorità:

La componente umana è sempre fondamentale, parliamo infatti di una tecnologia al servizio dell'uomo. Va salvaguardata quindi la centralità dell'arbitro di campo come decisore finale. Negli episodi interpretabili è proprio il direttore di gara, e non l'arbitro al Var, che deve rivedere le immagini e prendere una decisione.

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