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Cinque calciatrici trans trascinano la squadra a vincere il torneo femminile: le avversarie non ci stanno

Grandi polemiche in Australia per il successo del Flying Bats FC in un torneo di calcio femminile, la Beryl Ackroyd Cup. La squadra che ha dominato la competizione ha tra le sue file cinque calciatrici transgender. In una delle partite, conclusasi col punteggio di 10-0, una giocatrice trans ha messo a segno sei gol. Alcuni genitori furiosi hanno ritirato le loro figlie dalle partite, adducendo “motivi di sicurezza” e spiegando che le partecipanti non erano consapevoli di essersi iscritte per competere contro maschi biologici.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il Flying Bats FC ha dominato un torneo di calcio femminile giocatosi in Australia, la Beryl Ackroyd Cup disputatasi a Sydney. Tutte vittorie di goleada, con la finale chiusa con un 4-0 che ha permesso alle ragazze della squadra di sollevare il trofeo e portarsi a casa anche un premio in denaro. La vicenda tuttavia è stata accompagnata da accese polemiche, visto che la squadra vincitrice della competizione ha tra le sue file cinque calciatrici transgender, che sono state tra le principali protagoniste dei successi: i Flying Bats hanno vinto tutte le partite giocate nel corso delle quattro settimane del torneo. In una di queste, conclusasi col punteggio di 10-0, una giocatrice trans ha messo a segno sei gol.

Alcuni genitori furiosi hanno ritirato le loro figlie dalle partite, adducendo "motivi di sicurezza" e spiegando che le partecipanti non erano consapevoli di essersi iscritte per competere contro maschi biologici. Dirigenti di altre squadre hanno contattato la Federcalcio del Nuovo Galles del Sud, cui fanno capo le competizioni nella regione di Sydney, per esprimere le loro preoccupazioni, insistendo sul fatto che i Flying Bats – per la peculiare composizione della loro rosa – dovrebbero giocare nella competizione mista, che include uomini.

"Le nostre ragazze sono qui per giocare per divertimento e si aspettano di giocare nella competizione femminile. Non si sono iscritte a una competizione mista – ha detto al Daily Telegraph un dirigente di un club – Non c'è trasparenza da parte della Federazione, le ragazze non sanno se giocheranno contro maschi biologici o meno. Alcuni genitori erano così preoccupati che non avrebbero lasciato giocare le loro figlie… Era così scoraggiante per loro vedere l'enorme differenza di abilità: stanno uccidendo il torneo".

Le calciatrici del Flying Bats FC, nella formazione che ha vinto il torneo a Sydney
Le calciatrici del Flying Bats FC, nella formazione che ha vinto il torneo a Sydney

Ancora una volta emerge in maniera veemente il punto del contendere quando si parla di atlete transgender, come già accaduto in altri sport, come nuoto e atletica leggera: se è vero che la quantità di testosterone presente nell'organismo diminuisce durante la transizione di genere, è altrettanto vero che anche successivamente ci si continua a giovare dei vantaggi che restano per il fatto di essere nati maschi ed aver vissuto la pubertà da uomo. Secondo gli studi in materia, la terapia ormonale sostitutiva non cancella i grandi benefici ormai acquisiti: ossa più lunghe, organi interni (cuore e polmoni) ed arti (piedi e mani) di dimensioni maggiori rispetto alle atlete nate biologicamente donne.

Sul sito ufficiale dei Flying Bats, il club afferma di essere "la più grande squadra di calcio femminile e non binaria LGBTQIA+ del mondo". La presidentessa del club Jennifer Peden ha dichiarato al Daily Mail Australia: "Come club, il Flying Bats FC è fortemente a favore dell'inclusione e siamo orgogliosi del gioco sicuro, rispettoso e corretto, della promozione di una comunità solidale per giocatori, dirigenti e sostenitori LGBTQIA+ e dei significativi benefici per la salute fisica, sociale e mentale che la partecipazione allo sport comporta, soprattutto per i membri emarginati della comunità LGBTQIA+. Siamo un club che valorizza allo stesso modo le nostre giocatrice cisgender (la cui identità di genere corrisponde al genere e al sesso biologico alla nascita, ndr) e transgender".

"Sosteniamo fermamente le linee guida della Commissione australiana per i diritti umani per l'inclusione delle persone transgender e di genere diverso nello sport – ha continuato la presidentessa – Le donne trans appartengono alla competizione femminile perché quello è il genere con cui si identificano. Le donne trans giocano nel club da almeno 20 anni, a livelli che vanno dal principiante all'esperto, proprio come le nostre giocatrici cis. Le nostre giocatrici vengono valutati in base alle abilità e inserite nella squadra più adatta alle loro abilità e al loro livello di esperienza".

Argomentazioni che non convincono chi come John Ruddick, un deputato del Partito Liberal Democratico che ha condotto una campagna sulla questione del mantenimento dei diritti sessuali biologici, ci è andato giù pesante: "Non è solo una questione di lealtà sportiva. È anche una questione di sicurezza fisica per le giocatrici nate donne". Stessi toni usati dalla portavoce di Binary Australia, Kirralie Smith: "North West Sydney Football e Football NSW continuano a mettere a rischio le ragazze e a creare condizioni di gioco ingiuste. Molte squadre sono stressate per la situazione".

Dal canto suo, la Federazione del Nuovo Galles del Sud difende a spada tratta la propria posizione. Un portavoce ha affermato che l'organizzazione è "orgogliosa di essere in prima linea nello sviluppo di politiche inclusive per lo sport in Australia e opera nell'ambito del quadro giuridico esistente, compresa la legislazione antidiscriminazione. Football NSW continua ad allinearsi con l'adozione da parte di Football Australia delle Linee guida della Commissione australiana per i diritti umani per l'inclusione delle persone transgender e di persone con diversità di genere nello sport, in base alle quali i giocatori della comunità possono partecipare al calcio sulla base del genere con cui si identificano".

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