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Careca e il suo più grande rimpianto: “Rinunciai alla nazionale e il Brasile poi vinse i Mondiali”

Nella sua carriera ha segnato tantissimo, è stato uno dei più grandi bomber della sua generazione e ha vinto titoli con squadre abituate poco o nulla a vincere trofei, il Napoli e il Guaranì. Antonio Careca, che ora ha 60 anni, ha un grande rimpianto. Poteva diventare campione del mondo con il Brasile nel 1994, ma lasciò la nazionale pochi mesi prima, in polemica con la stampa brasiliana che lo criticava.
A cura di Alessio Morra
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Quando giochi al fianco di Diego Armando Maradona e hai come grande rivale e ‘competitor' nel tuo stesso campionato uno come Marco Van Basten avere lo scettro o il titolo di bomber principe è difficile se non impossibile. Ma Antonio Careca un segno anche molto profondo lo ha lasciato. E non serve snocciolare numeri o andare sul web a rivedere i gol. Perché basta sentire a distanza di anni tanti difensori che lo hanno affrontato, al tempo, che lo indicano come uno dei più difficili da contrastare. A Napoli ha vissuto gli anni migliori, i tifosi lo incitavano con un coro diventato ‘storico’: “Careca tira la bomba”. E all’ombra del Vesuvio il brasiliano si è divertito tantissimo, perché ha giocato al fianco di Maradona, perché ha segnato gol a raffica e ha vinto uno Scudetto e una Coppa Uefa da protagonista, oltre a una Supercoppa Italiana.

Ha vinto il titolo con il Napoli e con il Guaranì, che con un allora giovane Careca conquistò l’unico campionato brasiliano della sua storia e con la maglia della nazionale ha giocato 60 partite, 29 i gol – una media eccezionale, uno ogni due partite. Con la Seleçao ha avuto un rapporto strano, ma non controverso. Il Brasile degli anni ’80 e inizio ’90 era una squadra fortissima, aveva giocatori eccezionali ma non è riuscito a vincere nulla in quel decennio. Careca venne convocato per il Mundial del 1982, si fece male a quattro giorni dal via e lasciò la Spagna, nel 1986 invece è stato il titolare di una nazionale ricca di campioni che nei quarti perse ai calci di rigore con la Francia, mentre quattro anni dopo a Torino, due mesi dopo aver vinto lo scudetto sfidò, negli ottavi di Italia '90, l’Argentina di Maradona. Una partita che ha fatto storia, il Brasile domina, l’Argentina vince 1-0, lampo di Diego e gol di Caniggia. Il Brasile cambia allenatore, ma il gruppo storico viene confermato e tra i senatori c’è anche Careca, che però nel 1993 decide di lasciare la nazionale. Una decisione che poi pagherà amaramente.

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Cosa successe nell'estate del 1993? Non sono passati secoli, ma i calendari oggi sono molto più ordinati. Le squadre sudamericane disputarono una serie di gare di Qualificazione al Mondiale in piena estate, due turni a luglio e poi in campo pure ad agosto. Careca aveva lasciato il Napoli da poco e si era trasferito in Giappone. Dopo una partita con l’Ecuador, terminata 0-0, i media attaccano la nazionale di Parreira, temono la mancata qualificazione, e ci vanno giù pesante. Careca litiga con un ex calciatore diventato poi opinionista e quasi viene alle mani con lui. Pensa a quelle critiche, ci pensa forse pure troppo e prende una decisione: dice basta, non prima di aver giocato anche contro il Venezuela, vittoria per 5-1 e gol di Careca.

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Quasi un anno dopo il Brasile vince il Mondiale, ai rigori in finale contro l’Italia. Non sappiamo dove fosse in quel 17 luglio del 1994 Careca, che è stato anche uno dei tre componenti della ‘Ma-Gi-Ca’, ma sicuramente quella notte non avrà dormito. Ognuno di noi deve fare i conti con delle scelte che possono cambiare le nostre vite, giuste o sbagliate che siano, e bisogna saperne accettare le conseguenze. Tanti anni dopo in un’intervista disse: “Sarei potuto essere campione nel Brasile del 1994, è una cosa che mi è manata. Ci sono giocatori che lo hanno vinto senza aver giocato nemmeno un minuto, è un grande rimpianto”. Oggi Careca compie 60 anni, festeggerà e leggendo messaggi e ricordando anche il passato sicuramente penserò a quando disse addio alla nazionale.

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