Caldara racconta il suo incubo: “Speravo che giocasse Higuain e non Mandzukic”. Cosa gli faceva Mario

Mattia Caldara non ha dubbi quando gli si chiede chi sia stato "l'avversario più tosto da marcare". Non il più forte in assoluto, ma quello che la notte prima gli agitava il sonno, gli faceva sperare che quell'incubo non si materializzasse e giocasse qualcun altro, anche se quel qualcuno era uno dei più forti attaccanti che abbiano mai militato in Serie A. "Mario Mandzukic mi ammazzava", spiega oggi Caldara, che il mese scorso ha annunciato il suo addio al calcio a soli 31 anni, dopo una carriera flagellata da infortuni che non gli hanno dato tregua e stroncato la sua esplosione.
Mattia Caldara nomina il suo incubo in campo: "Mario Mandzukic mi ammazzava mentalmente, era tutto ossa"
Nel corso della chiacchierata col podcast ‘Centrocampo', l'ex difensore di Atalanta e Milan scende nei dettagli di cosa accadeva in campo quando incrociava da avversario l'attaccante croato, che ha giocato nella Juventus per quattro stagioni e con cui si è allenato qualche settimana in ritiro precampionato nell'estate del 2018 prima di accettare (con rimpianti) la corte del Diavolo: "Quando mi chiedono chi erano quelli tosti da marcare, dico sempre Mandzukic. Mi ammazzava mentalmente, veramente. Mario era una roba… perché comunque era un attaccante che ragionava da difensore".
Caldara spiega cosa vuol dire: "Tanti attaccanti magari su dieci palloni che gli danno, su cinque o sei ci vanno forte e dicono magari la prendo io, su tre o quattro dicono ‘vabbè, posso anche non andarci forte lì'. Tu li anticipi e riparti. Mandzukic no, tutti i palloni, ma proprio tutti i palloni, o ti dava la gomitata, non lo anticipi. Cioè, proprio per sporcargli il pallone dovevi fare un intervento incredibile e questa roba mentalmente mi ammazzava, perché comunque ero abituato a fare l'anticipo bello e ripartire, cosa che bene o male riuscivo a fare quasi con tutti, con lui no".

Tale era il timore di affrontare Super Mario, che Caldara era arrivato a sperare che al centro dell'attacco della Juventus ci fosse un altro calciatore, per quanto fortissimo: "Io speravo che giocasse Higuain, che era cento volte più forte di Mandzukic in area come giocatore, come calcio. Però a lui faccio l'anticipo bello, dico due-tre palloni me li molla, posso giocarmela, capito? Cazzo, con Mandzukic una roba… Poi a me piaceva comunque fare l'anticipo e partire, lui non me lo faceva mai fare. Per me era fatto tutto di gomito, cioè ogni volta che gli andavo addosso mi faceva male, non capivo, era tutto ossa, cioè impossibile, e quindi quella roba lì mi massacrava proprio la testa e quindi l'ho sofferto tantissimo. Poi io ero un bravo colpitore di testa, lui le prendeva tutte, quindi lui lo soffrivo veramente tanto…".