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Guerra in Ucraina

Bellerin sbotta: “Non esiste solo l’Ucraina, è razzista chiudere un occhio sulle altre guerre”

L’ex difensore dell’Arsenal, oggi in presito al Betis, censura l’ipocrisia dell’Europa e dell’Occidente. La sua è una voce fuori dal coro – e non è la prima – sulla maggiore considerazione relativamente alla guerra scatenata dalla Russia rispetto ad altre ugualmente cruente.
A cura di Maurizio De Santis
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Hector Bellerin gioca in Spagna: è in prestito al Betis Siviglia dall’Arsenal.
Hector Bellerin gioca in Spagna: è in prestito al Betis Siviglia dall’Arsenal.
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Triste e razzista. L'ex difensore dell'Arsenal, Hector Bellerin, non usa giri di parole per definire l'approccio  e l'attenzione verso il conflitto in Ucraina. Lo ritiene discutibile per il relativismo che mostra nella valutazione e nell'evidenza negata ad altri contesti caldi, dove infuria l'efferatezza dei combattimenti come in quella porzione di Europa. La sua è una voce fuori dal coro – e non è la prima – sulla maggiore considerazione relativamente alla guerra scatenata dalla Russia rispetto ad altre ugualmente cruente.

L'ambito in cui matura la riflessione del difensore spagnolo è lo stesso del calciatore turco che qualche settimana fa rifiutò di indossare la t-shirt "stop war". Le motivazioni furono identiche: perché vengono ignorate altre situazioni? perché ulteriori immagini, filmati altrettanto scioccanti per violenza e crudezza, che arrivano da altre zone del mondo passano in secondo piano? non erano (e non sono) forse innocenti anche i civili, i bambini morti in Palestina, nello Yemen oppure in Iraq? perché in quei casi si è chiuso (e si chiude ancora) un occhio?

"Considero molto triste vedere come siamo stati così interessati a questa guerra – le parole di Bellerin, in prestito al Betis Siviglia, nell'intervista al quotidiano spagnolo ‘Marca' -, ma ce n'erano altri di cui non ci siamo preoccupati. È una cosa che non mi riesco a spiegare… probabilmente è perché la guerra in Ucraina è più vicina a noi a livello economico e per i profughi, ma del conflitto in Palestina se n'è parlato poco. È razzista aver chiuso un occhio su altri conflitti e adesso avere questa posizione dando maggiore spazio e considerazione a un conflitto che è più vicino a noi".

L’ex difensore dell’Arsenal ha espresso un giudizio negativo sul differente approccio dei media rispetto ad altri conflitti ugualmente efferati come quello in Ucraina.
L’ex difensore dell’Arsenal ha espresso un giudizio negativo sul differente approccio dei media rispetto ad altri conflitti ugualmente efferati come quello in Ucraina.

Il mondo del calcio, e quello dello sport in generale, hanno inflitto sanzioni durissime alla Russia estromettendola da tutte le discipline oppure (è il caso del tennis) permettendo agli atleti/giocatori di partecipare ai tornei internazionali in forma privata senza né denominazione, bandiera e nemmeno l'inno nazionale. Il caso del Chelsea e di Roman Abramovich è solo uno degli esempi del domino di provvedimenti presi nei confronti dei club e dei tesserati russi, in particolare di coloro che – come il ginnasta Kuliak oppure il nuotatore Rylov – hanno dato sostegno alla guerra voluta da Putin esibendo il simbolo – la lettera zeta – utilizzato per l'operazione militare.

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