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Guerra in Ucraina

Beckham cede il profilo social alla dottoressa che salva i neonati dalla guerra in Ucraina

L’ex campione di calcio inglese, Beckham, ha concesso per un giorno lo spazio del suo profilo Instagram alla dottoressa Iryna Kondratova che lavora nel centro perinatale di Kharkiv. “Non possiamo spostare i bambini in terapia intensiva nel seminterrato perché hanno bisogno di attrezzature salvavita”. E li curano sotto le bombe.
A cura di Maurizio De Santis
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La dottoresa Iryna Kondritova ha mostrato attraverso il profilo Instagram di David Beckham la durezza della guerra che si abbatte sul centro perinatale di Kharkiv.
La dottoresa Iryna Kondritova ha mostrato attraverso il profilo Instagram di David Beckham la durezza della guerra che si abbatte sul centro perinatale di Kharkiv.
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Prendetevi due minuti. Non distogliete lo sguardo anche se fa male dentro. Lasciate perdere per qualche istante la vacuità, la leggerezza e lo scintillo delle stories su Instagram artefatte dai filtri. Non vedrete prati in fiore, immense distese d'azzurro tra cielo e mare e quant'altro allieti lo sguardo ma la cruda realtà della guerra in Ucraina. Tenete a freno il pollice, concedete alle immagini il tempo necessario perché scorrano da sole e mostrino tutto. Quello che vi passerà dinanzi agli occhi sul profilo di David Beckham non ha bisogno di sfumature di colore né aggiustamenti grafici. È tutto vero, a tinte forti.

L'ex campione di calcio inglese ha ceduto per un giorno lo spazio del suo profilo Instagram alla dottoressa Iryna Kondratova che lavora nel centro perinatale di Kharkiv. Sale e scende dall'inferno assieme ai colleghi e ai collaboratori. Che sia lassù in superficie oppure là sotto, in uno scantinato trasformato in bunker di fortuna, non fa alcuna differenza. L'orrore s'è impossessato delle loro vite e non servono parole per raccontarlo, basta la foto di quelle creature indifese e delle loro madri smarrite e impaurite.

Nel reparto di neonatologia cittadino i medici si prendono cura dei bimbi appena nati e delle loro madri. Non chiamateli "angeli" oppure "eroi", non è di questo di cui hanno bisogno. Ecco perché la community dell'ex stella del calcio britannico (oltre settanta milioni di followers) è divenuta uno straordinario mezzo per documentare dal vivo cosa sta accadendo nel Paese assediato dai russi, devastato dai bombardamenti. "Il primo giorno di guerra, tutte le donne incinte e le madri sono state evacuate e trasferite nel seminterrato – dice la dottoressa -. Sono state tre ore terribili che abbiamo passato insieme. Sfortunatamente, non possiamo spostare i bambini in terapia intensiva nel seminterrato perché hanno bisogno di attrezzature salvavita".

I primi giorni sono stati i più difficili poi ci si abitua a tutto, anche a convivere con la morte che ti tiene il fiato sul collo. Ti giri e la vedi ovunque intorno a te. Impari perfino a far finta di nulla e in quel caos non c'è tempo per pensarci né per lasciarsi prendere (troppo) dalle emozioni. Serve indurire il cuore e andare avanti. Serve aggrapparsi alla speranza e mettere da parte la ragione, perché sforzarsi di trovare un senso a tutto quel che vedi ti fa vacillare dentro. Bimbi innocenti, nati da poco, bisognosi di aiuto che non sai se ce la faranno oppure no. "Lavoriamo tutto il giorno – ha aggiunto la dottoressa Kondritova -. Ed è dura perché dobbiamo gestire ogni cosa sotto i bombardamenti".

Un'immagine delle madri e dei bimbi rifugiati negli scantinati della struttura ospedaliera per sfuggire ai bombardamenti.
Un'immagine delle madri e dei bimbi rifugiati negli scantinati della struttura ospedaliera per sfuggire ai bombardamenti.

La potenza e la forza delle immagini che accompagnano l'espressione della donna entrano nel corredo accessorio del conflitto scatenato dai russi, della resistenza del popolo ucraino, dell'incertezza sull'escalation della guerra esplosa in quel lembo di Europa. "Madri costrette a fuggire con i figli – dice Beckham, ambasciatore Unicef, nel video-messaggio condiviso sui social -. Ci sono famiglie distrutte. I bambini che vengono trascinati via dai loro letti e nel cuore della notte trasportati nei rifugi. Le famiglie hanno un disperato bisogno di aiuto e adesso 7.5 milioni di bambini sono a rischio".

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