Ancelotti: “Ho rifiutato di allenare Roberto Baggio. Non mi sentivo a mio agio, non sapevo come fare”

Carlo Ancelotti si appresta a vivere il suo primo Mondiale nella sua prima esperienza da CT. L'ex allenatore del Real Madrid guiderà il Brasile voglioso di riportarsi a casa quel titolo che manca dai Mondiali 2002 in Corea e Giappone. Sfida prestigiosa per Ancelotti che nel corso di un'intervista rilasciata al podcast ‘The Rest is Football' ha parlato dei vantaggio di allenare una Nazionale rispetto a un club e poi si è aperto parlando della sua carriera da calciatore prima e quella da allenatore dopo.
Qui Ancelotti, oltre a sottolineare nella lunga chiacchierata i successi raggiunti con il Milan e il Real Madrid su tutti, ha parlato anche della sua metamorfosi tattica. Ancelotti ha parlato di sistema di gioco e degli inizi, soprattutto a Parma, quando da allenatore era solito far giocare la sua squadra con un sistema tattico 4-4-2. Un qualcosa di diverso rispetto al famoso ‘Albero di Natale' che l'ha reso celebre al Milan a livello internazionale. E qui a Parma l'allenatore ricorda un aneddoto molto particolare riguardante Roberto Baggio. Il ‘Divin Codino' doveva infatti par parte proprio della squadra emiliana ma fu Ancelotti a non volerlo: "Non mi sentivo a mio agio a ingaggiarlo".
Ancelotti ha parlato proprio di questo: "Sono cambiato molto – ha spiegato rispondendo alla domanda sulla sua trasformazione tattica -. Sono cambiato molto perché penso che quando ho iniziato non avevo l'esperienza per muovermi in un altro sistema. Quindi, quando ho avuto la mia prima esperienza da allenatore è stata al Parma, e al Parma abbiamo iniziato con il 4-4-2″. A questo punto poi l'allenatore emiliano ha spiegato proprio l'episodio riguardante Roberto Baggio che in quegli anni era al Milan prima di approdare poi al Bologna. "Abbiamo fatto bene con quel sistema di gioco a Parma ma l'anno dopo ho avuto la possibilità di ingaggiare uno dei migliori giocatori in Italia che c'era all'epoca: Roberto Baggio".

A questo punto Ancelotti ricorda di aver avuto la possibilità di avere in squadra un fuoriclasse come lui, ma ha deciso di non farlo ingaggiare dalla società per un motivo ben preciso. "Baggio voleva giocare come numero 10 e non mi sentivo a mio agio a ingaggiarlo perché non sapevo come inserirlo in squadra – ha detto -. Quindi non l'ho ingaggiato. È stato un errore perché Baggio era un giocatore fantastico".
Nulla contro Baggio, dunque, ci mancherebbe, ma solo una difficoltà di non sapere come utilizzarlo nel suo Parma. "Ma dopo ho iniziato a imparare quando sono andato alla Juventus, dove sono andato e ho trovato Zidane, che era uno dei migliori giocatori della squadra, che giocava come numero 10 – ha concluso -. Qui ho iniziato a pensare di giocare con un sistema diverso e dopo anni ho capito che il sistema non è la parte più importante del lavoro".