Quando è arrivato a Milano, sponda rossonera, in molti hanno storto il naso. Alexis Saelemaekers è stato accolto a Milano senza troppa considerazione, considerato un semplice acquisto di comodo, di transizione, quelle scelte che danno un ricambio senza aggiungere nulla e che aprono alle insinuazioni, dei più cattivi, di decisioni arrivate per qualche secondario fine economico o di compiacenza tra club. Anche in Belgio, dove Saelemaekers  militava prima di approdare al Milan non aveva lasciato  traccia importante: 16 presenze con l'Anderlecht nella prima parte di stagione, nel giro dell'Under 21, aveva chiuso il 2018/19 con quattro panchine consecutive e poca gloria.

Eppure, il '99 belga ha conquistato piano piano e in silenzio gran parte del rispetto dei propri compagni, dell'allenatore Pioli e del pubblico rossonero: la conferma è arrivata nel successo contro la Lazio all'Olimpico dove si è distinto per la propria presenza in mediana, correndo, anticipando, gestendo situazioni complicate a favore dei rossoneri e diventando determinante per la difesa di quel successo che oggi proietta  questo Milan in Europa con una cavalcata post Covid con i ritmi da Champions League.

Non deve sorprendere dunque il riscatto esercitato dal club rossonero ad inizio di luglio per avere ancora con sé l'ex Anderlecht: un'operazione anche economicamente vantaggiosa visto che tra tutto è costato solamente 7 milioni di euro. 3.5 milioni che avevano coperto i primi tre mesi ‘d'affitto' in rossonero, e adesso altri 3.7 per tesserarlo in modo definitivo. Nato come semplice terzino destro in Belgio è cresciuto anche tatticamente fino a diventare l'attuale esterno di centrocampo in grado di poter esprimersi da trequartista all'occorrenza. Ha corsa, dribbling, visione di gioco e un buon bagaglio tecnico che gli permettono di poter diventare duttile e utile. Un identikit perfetto per il Milan che si sta faticosamente modellando, con grandi margini di miglioramento.

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