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Steph Curry viaggia verso l’ennesimo record: potrebbe toccare le 455 triple in stagione!

La partenza stagionale del fenomeno dei Golden State Warriors rischia di far traballare un record che peraltro portava già la sua firma. E non sarebbe l’unico.
A cura di Luca Mazzella
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I 100 punti di Wilt Chamberlain, i 15.806 assist di John Stockton, le 3.265 palle recuperate sempre dell'ex Jazz, le 402 triple di Steph Curry. Numeri irraggiungibili, persino in un basket dove ritmo, spaziature e ricorso al tiro da 3 continuano a aumentare esponenzialmente e a favorire in un certo senso la produzione di sempre nuovi record. Succede però che uno degli stessi titolari quei record teoricamente non replicabili, il miglior tiratore di ogni epoca, il 2 volte MVP e 3 volte campione NBA Curry, abbia deciso quest'anno di collocare ulteriormente verso l'alto l'asticella e provare a scavare un solco che in tutto e per tutto potrebbe condurlo a replicare quel 2015-16 in cui, all'unanimità, fu votato come miglior giocatore della lega.

Al ritmo di 455 triple

L'ennesima partita da 9 triple in stagione, la terza, questa volta piombata sulla testa dei malcapitati Brooklyn Nets che si sono visti dominati a domicilio dai Golden State Warriors grazie proprio ai suoi 37 punti in 29 minuti, ha portato a 76 il numero delle conclusioni dalla distanza del numero 30 nelle 14 partite giocate finora (record 12-2), con una media di 5.4 segnate a gara che, in proiezione, porterebbe Steph a chiudere l'annata a 455 triple totali. Per intenderci, sarebbe un incremento del 10% circa su un record che sembrava imbattibile già 5 anni. Una proiezione da paura, nella stagione che ha già regalato al nativo di Akron il sorpasso su Ray Allen per triple totali in carriera e che porterà a breve all'ennesimo sorpasso sempre sull'ex Heat nel numero delle conclusioni pesanti segnate nella sola regular season. Ma che soprattutto, stando alle sensazioni del primo mese di NBA 2021-22, potrebbe portare Steph a rivincere il premio di MVP che proprio nell'anno del record gli fu conferito con la totalità delle preferenze e che oggi lo vede davanti agli altri candidati Kevin Durant, Nikola Jokic e Paul George, rispetto ai quali Curry può anche vantare di avere un miglior record di squadra. Il migliore di tutta l'NBA, per ora.

Record, doppio sorpasso a Ray Allen, Re delle triple all-time e MVP. Mancherebbe solo un anello, che vista la facilità con cui i Warriors si sono imposti nel giro di pochi giorni sull'assoluta favorita al titolo stanotte, i Brooklyn Nets, sui Lakers in apertura di regular season e sui Bulls secondi ad Est pochi giorni fa, non sembra più così utopistico. Soprattutto se alle porte c'è il rientro del secondo miglior giocatore della squadra, Klay Thompson, e di quello che per tutti è il giovane più pronto a recitare un ruolo da protagonista nel roster, il lungo James Wiseman.

Un segnale a tutta l'NBA

Il successo schiacciante dei Warriors nella notte, sul campo della squadra per la totalità degli addetti ai lavori favorita a trionfare a fine anno, è un vero e proprio messaggio a tutta lega anche per modalità in cui è maturato. Partita spaccata in 2, come spesso accade agli uomini di Steve Kerr, nel terzo quarto, ultimo periodo praticamente con le riserve in campo, attacco capace di sostenere anche i minuti senza Curry (uscito per falli sul +13 Warriors, diventato nello spazio di pochi minuti +22) e difesa che, grazie all'inserimento del rookie Kuminga che partita dopo partita si sta ritagliando un posto fondamentale nelle gerarchie difensive del team, è riuscita a regalare una notte da incubo soprattutto a Kevin Durant, che ha chiuso con appena 19 punti e 6/19 dal campo. Poco meglio ha fatto l'altra superstar a disposizione di Nash, James Harden, al quale Curry in persona ha voluto lanciare un ulteriore monito.

Se alla 14esima partita di stagione regolare Curry difende così, pretende di essere lasciato in campo anche nei minuti di partita praticamente o chiusa, e le pretendenti e contendenti al titolo vengono spazzate via con tale facilità, il messaggio per le 29 squadre per i rivali di Steph per il premio di MVP è molto chiaro: Golden State e il suo condottiero non scherzano affatto.

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