L’NBA cambia la regola sui tiri da metà campo per rendere il gioco ancora più spettacolare

Mancano pochissimi secondi alla fine del quarto, il pallone è nelle mani del miglior tiratore che arriva a metà campo e tira in perfetta sincronia con la sirena. Un gesto dall'altissimo livello di difficoltà che può far impazzire i tifosi indipendentemente dal risultato della partita in quel momento. Negli ultimi anni, però, sono state sempre meno le occasioni per ammirare questo momento di atletismo, non solo per la bassa percentuale di realizzazione, solo il 2,4% delle volte il pallone entra, ma anche per il timore dei giocatori. Una paura spasmodica di ciò che ormai domina gli sport: numeri e statistiche. Prendersi la responsabilità di un tiro simile vuol dire assumersi il rischio di avere un errore in più sul proprio referto di fine gara. Ma da questa stagione non sarà più così, l'NBA ha deciso di dare un taglio al passato modificando la regola sui tiri da lontano e, a certe condizioni, verranno considerati solo come errore di squadra e non individuale. Una scelta che premia i migliori tiratori delle franchigie alleggerendoli dalla pressione statistica.
Ada attuare il cambiamento è stato il Board of Governors, ovvero l'organo incaricato di gestire le questioni amministrative della lega composto dal commissario e dai presidenti delle squadre. Una prima fase di test si era già vista durante la Summer League a Las Vegas e nei campionati minori dello Utah e California. A partire dalla prossima stagione i giocatori saranno più liberi di tirare. Da quanto si capisce dal comunicato rilasciato dalla NBA, la decisione è stata presa dopo aver notato che i tiri da lunghissima distanza erano in costante calo, questo trend negativo avrebbe minato la spettacolarità e la competitività dello sport. In base ai dati di SportRadar, la scorsa stagione solo il 4% di tutti i tiri tentati ha riscontrato esito positivo, le mani più calde sono state quelle di Steph Curry e Nikola Jokic, rispettivamente con 4 e 3 canestri.

Il mondo dello sport è sempre più dominato da numeri e algoritmi. Si spiega da sé che in un contesto in cui l'efficienza viene prima di tutto, i giocatori hanno preferito sempre di più non intaccare i loro dati con un tiro dalle basse possibilità di successo. Proprio per contrastare tutto questo è arrivata la decisione della Lega, non una punizione bensì un modo per spronare le franchigie a sperare nell'ultimo tiro pur di guadagnare qualche punto extra o di riagguantare il parziale con un vero miracolo sportivo.
La nuova regola sui tiri da lontano premia i sognatori dell'NBA
Possiamo dire che la modifica nel regolamento premi i migliori tiratori del basket americano. Sebbene nel concreto non ci sia un reale cambiamento, si è discusso più volte e a lungo di creare un nuovo tipo di punteggio per i tiri da molto lontano, l'NBA spera che i giocatori possano ritornare a far sognare il pubblico. La Lega è in costante evoluzione negli anni ha subito modifiche non solo regolamentali, ma anche lo stile di gioco è cambiato. Si è passati da squadre con ruoli molto rigidi: un playmaker bravo nei passaggi, una guardia forte a tirare e uno o due giocatori alti e fisici che potessero ricevere palla sotto canestro, a un modello più misto. Tutti devono saper fare tutto, anche un centro dalle lunghe leve deve poter essere in grado di tirare da tre. Le squadre di conseguenza ricercano sempre di più questi giocatori polivalenti e il gioco si è spostato più in zona perimetro e meno dentro l'aerea.

La regola punta ad ampliare ancora di più le mosse a disposizione delle squadre a patto che il tiro rientri in certe circostanze. Per non essere considerato un errore individuale, il tentativo dovrà essere eseguito negli ultimi tre secondi dei primi tre quarti. L'azione inoltre dovrà partire dalla difesa e la distanza di tiro dal canestro dovrà essere da almeno 10,97 metri. Al verificarsi di queste condizioni verrà conteggiato come errore di squadra, meno influente di un errore individuale.