È morto Marco Madrigali, basket in lutto: il controverso patron della Virtus ‘pigliatutto’ aveva 81 anni

È morto a 81 anni Marco Madrigali, ex presidente della Virtus Bologna. Imprenditore nel settore informatico, fu il protagonista assoluto della stagione più gloriosa – e della più rovinosa – nella storia recente del club bianconero. Sotto la sua gestione, tra il 2000 e il 2003, la Virtus vinse tutto quello che si poteva vincere: scudetto, Coppa Italia ed Eurolega, firmando un Grande Slam che solo Milano e Varese avevano saputo completare prima. Il funerale si terrà martedì 8 luglio alle 15:15 presso la Chiesa della Certosa di Bologna.
L'uomo della CTO e il devastante impatto nel basket con la Virtus Bologna
Nato a Bologna nel 1944, fondò nel 1983 la CTO S.p.A., azienda attiva nella distribuzione di prodotti hardware e software, poi affermatasi anche nel mondo dei videogiochi. Nel luglio 2000 rilevò la Virtus da Alfredo Cazzola, in un momento in cui l'altra metà della città, la Fortitudo, celebrava lo scudetto. Madrigali reagì all'assalto con un progetto ambizioso: ricostruì la squadra con investimenti ingenti, portando in bianconero giocatori come Marko Jaric, Rashard Griffith, Matjaz Smodis, Antoine Rigaudeau, fino all'innesto che avrebbe fatto la differenza: Manu Ginobili.
Con Ettore Messina in panchina, la Virtus fu implacabile: Coppa Italia vinta a Forlì, Eurolega conquistata dopo cinque battaglie con il Tau Vitoria di Dusko Ivanovic e scudetto chiuso 3-0 sulla Fortitudo. Il dominio fu tale che Madrigali, nel frattempo, assunse anche la carica di presidente della Lega Basket (dal 20 giugno 2001 al 6 maggio 2002).

La crisi, l'esonero di Ettore Messina e la caduta
Ma il trionfo durò poco. Nel 2002 arriva il primo strappo con Messina, esonerato dopo un pesante -33 a Pesaro. I tifosi si ribellarono all'addio dell'allenatore simbolo: parquet invaso, partita sospesa e tensione palpabile. Rigaudeau, capitano all'epoca, salì sul tavolo dei giudici e calmò la folla con il microfono in mano. Il rapporto si ricucì troppo tardi. In estate la panchina passò a Boscia Tanjevic, ma la Virtus iniziò a perdere colpi.
L'arrivo di Sani Becirovic, la successiva rottura del crociato e il blocco dei pagamenti accesero il caso che avrebbe travolto la società. Con la CTO in difficoltà economiche, la stagione 2002-2003 fu un declino costante. Nessun playoff, una gestione sempre più fragile e infine la mazzata finale: il "lodo Becirovic".
L'esclusione dai campionati e l'addio
Ad agosto 2003 la Virtus venne radiata dai campionati, pur senza fallimento ufficiale. Il Consiglio federale decise l'estromissione, confermata il 31 agosto. A nulla valsero i tentativi di rientro. La Virtus ripartì dalle serie minori con Claudio Sabatini, mentre Madrigali uscì di scena. Persino i tifosi della Fortitudo – storici rivali – gli dedicarono un busto al PalaDozza. Nel frattempo, la CTO chiuse i battenti. Madrigali si fece da parte, sparì dai radar della pallacanestro e si trasferì a Riale di Zola Predosa. Tornò brevemente nel 2009 come coordinatore di Lago-Black Bean Games, ma non mise più piede al palasport.
Negli ultimi anni, la salute aveva preso il sopravvento. L'uomo che aveva portato la Virtus sul tetto d'Europa e poi aveva visto tutto crollare, si è spento lontano dai riflettori. Il suo nome resterà per sempre legato a una delle parabole più clamorose della storia del basket italiano.