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Tommaso Marini: “Godo quando mi criticano. Metto lo smalto perché mi piace, alla gente cosa importa?”

Tommaso Marini si è raccontato a Fanpage.it alla vigilia dei prossimi Mondiali di scherma, raccontando il suo percorso che oggi lo ha portato ad essere il campione e l’uomo che è: “Sto bene con me stesso, tutto ciò che faccio lo faccio perché mi fa star bene. Le critiche? Godo come un pazzo quando me le rivolgono…”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Tommaso Marini si appresta a vivere gli imminenti campionati del Mondo di scherma con il Team azzurro a Tbilisi in Georgia per provare a riprendersi il titolo che conquistò nel 2023 a Milano, in una gara che gli cambiò la vita: "Fu una guerra. La vinsi grazie alla forza mentale che la scherma mi ha insegnato. Fu la vittoria perfetta". A Fanpage.it il 25enne marchigiano racconta le sue difficoltà da adolescente introverso e l'attuale uomo e campione che è oggi. Che stocca in punta di fioretto sulla pedana come nella vita, anche contro luoghi comuni o facili preconcetti: "Oggi sto bene con me stesso e sono chi voglio essere. Faccio tutto ciò che faccio senza badare a chi mi critica".

Tommaso, siamo alle porte di un appuntamento da non fallire, i Mondiali: come procede?
La preparazione dei Mondiali è sempre più o meno è uguale, ma per quanto mi riguarda in questo momento forse è uno dei momenti dove sto facendo più fatica mentalmente di sempre. E' sempre più più difficile rimanere concentrati, cercare di rimanere lucidi.

Ti sei chiesto perché?
No, non lo so perché. C'è da dire che arrivati a questo punto dell'anno è sempre più faticoso perché ci portiamo dietro tutto quello che abbiamo vissuto in questa stagione e io personalmente lo sento moltissimo.

Stai dicendo che vedremo un Tommaso in difficoltà?
No, no, per fortuna no. Sta andando per ora tutto secondo i miei piani. Però poi alla fine non è detto, non è scontato nulla. Anche se negli ultimi Europei sono arrivate altre due medaglie. Anzi, a dir la verità ad ogni Europeo in cui ho partecipato ho preso sempre almeno una medaglia…

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I mondiali per te sono da sempre un appuntamento importante: quando hai vinto l'oro, è vero che eri arrivato forse ad un bivio?
Sì, tutto corretto: io sono molto legato a quella gara, indipendentemente il fatto che anche l'abbia vinta, ha rappresentato una guerra perfetta che ka scherma mi ha insegnato ad affrontare nel modo perfetto dal punto di vista mentale. Avevo una spalla malridotta ma in quella guerra ho capito tante cose in generale: come vanno affrontati in generale i problemi e le situazioni di difficoltà. E' stata forse una delle giornate migliori della mia vita, cioè qualcosa di perfetto, in cui va tutto bene.

Dove hai trovato o chi ti ha dato la forza, malgrado tutto?
Il fatto di non avere molte aspettative mi ha aiutato, perché davvero non stavo bene. Avevo dei limiti fisici e quindi alla fine mi sono ritrovato molto più libero di testa. Poi ecco, ho imparato anche ad essere furbo per gestirmi, a fare cose che il tuo fisico ti permette e senza provare fortissimo dolore.

Mancanza di pressioni, tutto l'opposto di Parigi, dove arrivavi da campione del mondo in carica: un fallimento?
Vabbè, è stata una bellissima esperienza ma voglio essere molto sincero: non ho dei ricordi meravigliosi delle Olimpiadi. Sì tutto carino, bello, divertente però ho perso malamente. L'ho vissuta proprio male.

Una sconfitta che ti porti dietro ancora adesso: ti sei dato una risposta?
Avevo un sacco d'ansia… Io mi conoscono e non ho mai avuta ansia in vita mia e in quel momento non sono riuscito a gestirla, non sapevo come gestirla. Poi ho preso la medaglia a squadre, meno male… mi ha risollevato in parte.

Appunto, la medaglia a squadre. Che gruppo è quello azzurro?
Fondamentale, soprattutto quando hai dei momenti negativi. Mi sento protetto, una sorta di di sentimento anche reciproco di stima che ti dà serenità e tranquillità. Se ci prendi singolarmente noi siamo diversi tutti e quattro e se non fosse stato per la scherma non ci saremmo mai calcolati nella vita quotidiana: anche queste diversità ci hanno insegnato tanto l'uno dall'altro.

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E la scherma cosa ha insegnato a Tommaso?
Innanzitutto l'organizzazione, il controllo della tua vita e il pianificare le cose. Ho scoperto che per me è importante  pianificare i giorni, gli impegni, sapersi organizzare. E poi mi ha molto insegnato a credere in me stesso, avere una pace interiore e una e una forte personalità. Devi veramente sentirti il più forte del mondo in certi momenti proprio perché questi sentimenti ti danno la carica e la forza. E in generale questa cosa poi me la sono ritrovata anche nella vita.

Quindi il Tommaso che si vede in pedana e nella vita è sempre stato così sin da ragazzino?
No, è stato lo sport a migliorarmi. E dirò qualcosa che va controcorrente: lo sport non è essere campione ma è il sentimento che che si crea all'interno di una palestra, all'interno di una piscina, all'interno di un campo. È il vivere tutte queste cose positive che ti aiuteranno poi nella vita.

Le vittorie dunque non contano?
Quelle contano sempre ma il messaggio ai giovani è che è veramente importante fare sport non per vincere, ma perché vi divertite, fatelo perché vi deve insegnare cose. Fatelo perché vi aiuterà anche a fare una trasferta, affrontare situazioni differenti. Semplicemente vi insegna a crescere, a imparare a vivere.

Quando hai capito che la scherma era davvero il tuo presente e il tuo futuro?
Non c'è stato un momento, io non l'ho scelto. E' sempre stato qualcosa che amavo e mi piaceva tantissimo. Il mio sogno era quello di diventare un poliziotto sportivo e oggi posso solo ringraziare la Polizia che insieme ad altri gruppi sportivi permette alla scherma e agli altri sport di essere vivi e praticati in Italia. Il mio sogno era quello di farlo diventare un mestiere ma le cose sono cioè sono venute un po' da sole. Io mi ci sono ritrovato: ero forte e vincevo le gare, alla fine mi sono ritrovato a farne il mio lavoro

E' la scherma che ha scelto te, in fondo. E il fioretto chi l'ha scelto?
Uguale, mi ha scelto lui: io mi sento come Harry Potter, è stata la bacchetta a scegliere Harry, non il contrario. Non ho mai avuto dubbi di altre armi. Poi, vivendo ad Ancona è stato naturale perché si faceva solo fioretto, anche se mi piacerebbe molto provare spada… purtroppo non si può fare entrambe le cose.

Cosa diresti oggi al piccolo Tommaso, adolescente introverso?
Di non mollare mai, perché oggi credo molto in me stesso. Indipendentemente poi nel riuscire o no in una impresa, in una cosa e quindi di avere tanta fiducia, tanta forza di di carattere.

Il rapporto con la fama, i tuoi fan, il tuo pubblico, i social, come lo vivi?
Abbastanza bene, sui social pubblico poco i miei successi, in realtà faccio vedere spesso delle parti della mia giornata. Pubblico tanto della mia vita e ho anche un podcast dove parlo direttamente con i più stretti e devo dire che tutti sono sempre molto carini con me.

Ma perché allora sul tuo profilo Instagram campeggiano fissate tre foto iconiche delle tue medaglie?
Sì, vero ma devo dire la verità: di quelle quelle tre foto, non me ne frega niente… È semplicemente perché mi hanno "consigliato" di metterle. anche la mia agenzia. Mi dicono: "Senti, tu non hai una foto che fai scherma e se una persona guarda e non ti conosce non sa cosa fai nella vita". Così son stato costretto…

Fama che è anche fonte di critiche, come le affronti?
A me piace davvero quando mi criticano, ci godo proprio. Ritengo che se qualcuno abbia il tempo da trascorrere criticandomi, significa semplicemente che non ha nulla di meglio da fare. Per me mi tengo solo le critiche costruttive, quelle che arrivano da chi ti vuole bene e vicino. Con le altre mi ci diverto.

Il coraggio di dire sempre ciò che pensi a rischio di diventare scomodo, resta?
Sì, ma sto cambiando un pochino, perché non paga sempre. Anche se mi manca quell'aspetto, sto cercando di cambiare perché mi rendo conto che non si può dire sempre tutto. A volte mi ritrovo a pensare "No, stai zitto, aspetta", prima di parlare. Sto facendo sforzi di autocontrollo importanti e in questo, la scuola di recitazione per cui ho deciso di trasferirmi a Roma, la ritengo fondamentale.

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Combattere contro stereotipi, schemi e preconcetti vale la pena o non conviene?
Sempre, perché se riesco a fare anche qualcosa di positivo verso altri non posso essere solo che felice, ma non ho mai cercato di creare qualcosa o fare qualcosa per far parlare di me. Ho sempre cercato di di essere me stesso, senza badare mai più di tanto al resto…

"Marini con lo smalto sulle unghie, con gli anelli, gli orecchini…": ti ha mai dato davvero fastidio?
Un po' sì ma io ho imparato a star bene con me stesso. Non trovo veramente il senso di attribuire per forza sempre a qualsiasi scelta estetica un significato. Mi spiego meglio: "Ma perché ti metti lo smalto? Ma perché hai gli orecchini? Ma perché ti metti questo? Ma perché eccetera eccetera…". Mi fermo e penso: "Ma cosa gliene frega alla gente? Non potete farci i c…i vostri? Non può essere semplicemente che mi piace? Ci dev'essere sempre un significato recondito?". A volte le cose non hanno significato, le fai perché ti piace farlo. Io sono così.

Il movimento della scherma in Italia a che punto è, come lo vedi?
Lo vedo che bisogna ringraziare i gruppi sportivi come il mio… ma sai quante persone che economicamente non potevano permettersi di di affrontare gare ed erano fortissimi grazie a loro hanno poi continuato a praticare e a fare sport in giro per il mondo? Da noi, altrimenti sarebbe impossibile…

A proposito di sport italiano, tu hai anche una grande passione per il tennis, da dove nasce?
Non lo so… mi è sempre piaciuto come sport, anche perché è super stiloso, gli atleti sono tutti bellissimi nei loro completi… Poi adesso c'è stato Wimbledon il top dei top.

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Con Sinner che ancora una volta ha dominato le scene mondiali…
Sinner sicuramente ha dato davvero un'immagine molto bella per tutto il nostro movimento sportivo in generale. Lo vedo sempre un modello di concentrazione in tutto quello che fa e ha un aspetto mentale molto molto importante, molto funzionale. Poi è un talento ma ha abbinato tanto lavoro, magari ne fa un po' meno di altri perché è un fenomeno, ma i sacrifici ci sono lo stesso.

Tornando agli imminenti Mondiali, Tommaso Marini sarebbe contento e ritornerebbe soddisfatto se?
Intanto  ha organizzato delle vacanze molto divertenti, quindi mi godrò l'esperienza, l'avventura e poi tutto quello che viene è ben accetto. Se poi dovessi vincere, sicuramente, sarebbe una cosa molto… figa. Si può dire?

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