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Rio 2016: Lupo-Nicolai, argento storico a Copacabana

La prima coppia azzurra in una finale olimpica nel beach volley cede con onore a Bruno e Alison. I numeri 1 del mondo regalano al Brasile il primo oro a cinque cerchi da Atene 2004.
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Hanno dato tutto. Lupo e Nicolai hanno giocato alla pari con i numeri 1 del mondo. In casa loro, nel tempio del beach volley. Il Brasile chiude 2-0 (21-19 21-17), all'Italia resta comunque una grande storia e un argento dolce. La coppia azzurra gioca un primo set sontuoso fino al 19 pari, poi Nicolai manca l'attacco del possibile set ball. Il Brasile soffre anche nel secondo. Alison Cerutti regala fiducia a Lupo e Nicolai, da applausi comunque con i 5 muri punto, ma si sveglia quando conta di più in una finale comunque memorabile.

Bruno Schmidt, migliore in campo, spacca la partita con 10 difese. Trascina così Alison, gli fa dimenticare l'argento di Londra e la sconfitta contro i tedeschi Julius Brink e Jonas Reckermann, primi europei a conquistare un oro ai Giochi nel beach volley. I campioni del mondo, i numeri 1 del mondo, che giocano insieme dal torneo di Fuzhou del 2013 (lo vinsero anche) riportano il Brasile sul gradino più alto del podio nella specialità al maschile dopo 12 anni, dall'oro di Ricardo e Emanuel nel'allora nuovissimo impianto a mo' di anfiteatro di Atene.

Bell'Italia – Alison chiede subito, e a ragione, il challenge al primo punto per un tocco a muro di Nicolai. La mossa psicologica però carica gli azzurri. Nicolai piazza il mortifero pallonetto per il break del 2-1, Lupo allunga sul 3-1 con la schiacciata senza muro dopo la splendida difesa del 28enne di Ortona. E' la battuta di Nicolai il timbro su un grande inizio azzurro, sotto un diluvio come non si vedeva in una finale olimpica di beach volley da Pechino 2008. L'Italia vola 5-1 e dà un'impressione di scioltezza e forse di incoscienza, l'Italia toda gioia toda bellezza che la nasconde ai migliori del mondo che la tensione la sentono eccome. Ma non si arriva al numero 1 per caso.

Bruno superstar – Bruno accorcia fino al 4-5 con una rotazione efficace in battuta, a cercare sempre la ricezione di Lupo. La coppia azzurra è sempre avanti però, sempre più lucida dei verde-oro, tenuti a galla nel primo set sempre da Bruno, dal nipote d'arte e sassofonista  (ha imparato da piccolo alla scuola militare), tutto pensiero veloce e temperamento artistico. Lo zio Oscar, che ha superato un tumore al cervello dopo aver lasciato emozioni e affetto per tutta la strada a Caserta e Pavia, avrebbe voluto che seguisse le sue orme nel basket. Ma è dalla sabbia che arriva la prima medaglia olimpica di famiglia, un piccolo riscatto dopo l'infortunio che ha tolto un sogno nel volley al fratello minore Tadeu, ora giornalista di Rete Globo.

Lupo, dal cancro all'argento – Il muro di Alison Cerutti, una delle icone del beach volley mondiale, vale l'aggancio sull'8 pari. Il contrattacco di Bruno, staccatissimo, consegna il sorpasso. Peccato per la prima ingenuità di Lupo che rimane a muro quando sarebbe stato meglio arretrare un po' più dietro. Ma Daniele Lupo da Fregene dimentica presto, anche la murata in faccia di Alison (9-11). Il più applaudito in semifinale contro i russi Semenov-Krasilnikov, già battuti nella finale europea di giugno, ha rischiato infatti di non viverlo il sogno olimpico. Nel marzo 2015, si sta preparando per il Mondiale in Olanda ma le cose rallentano perché ha un problema al ginocchio. Gli viene diagnosticato un tumore.

“Era un venerdì pomeriggio, mi hanno lasciato andare a casa solo perché c’era di mezzo il fine settimana” ha detto alla Gazzetta. “Lunedì mattina ero già ricoverato, il martedì mi hanno operato”. Il primo messaggio, dopo l'intervento, arriva a suo padre. “È tutto finito” gli dicono. Ci vuole un po' perché si riveli l'effettiva dimensione dell'ambiguo messaggio. Nessuna chemio, nessuna conseguenza. È finita, è andata bene: il tempo di far rimarginare la ferita e torna in spiaggia.

Sorpasso – Con un passato così, perdere un punto o due contro i brasiliani a Copacabana non può certo mettere paura. L'astuzia è sempre la stessa, la generosità difensiva, con i brasiliani che in battuta lo attaccano sistematicamente, anche. La pioggia rende la sabbia insidiosa, trasforma le condizioni e i toni, ma non spegne il calore del pubblico in una notte di passione, calore, colore. Bruno, sempre a testa alta, spacca il primo set (13-10. poi 14-11, massimo vantaggio).

Il muro di Nicolai – Il primo muro punto di Nicolai, il migliore del torneo in questo fondamentale, domina contro il primo tempo di Alison e vale il 13-15. Passato al beach dalla pallavolo indoor per non accettare il trasferimento a Treviso, due volte campione del mondo under 21 con Francesco Giontella, la Torre di Ortona dal 2009 si affianca prima a Matteo Varnier (con cui vince il primo titolo nazionale), poi a Martino per i Mondiali di Roma del 2011. Da qui è cominciato il sodalizio con Lupo, che ha messo paura a tutta la Beach Volleyball Arena.

Rimpianto azzurro – Paure che attanagliano soprattutto Cerutti, che sbaglia due attacchi di fila per il 17-17. Come in semifinale, quando ha subito tre muri di fila, il campione di tutto non nasconde fragilità e dubbi, non si toglie dall'anima i demoni che tengono in partita l'Italia. Demoni che deve esorcizzare anche Nicolai per l'attacco fuori sul punto del possibile 20-19. Il primo set ball è del Brasile, ed è ancora Alison a tirare un sospiro di sollievo dopo una rigiocata in bagher non all'altezza del numero 1. E' suo, però, il muro che stampa il 21-19 su Nicolai, forse troppo attaccato a rete.

Azzurri coraggiosi – Ma i ricordi negativi escono subito dal suo orizzonte, insieme al muro che vale il primo, illusorio, break azzurro del secondo set (2-0). Un parziale di 3-0 per i verdeoro convince la coppia italiana a chiamare subito un time-out. Lupo cancella l'errore precedente in ricezione con l'attacco centrale a sorprendere il muro di Cerutti. L'argento mondiale del 2009 in coppia con Harley Marques, campione a Roma con Emanuel, regala sempre qualcosa. Va in cortocircuito, cercato sempre dagli azzurri al servizio, ma scandisce con un paio di notevoli difese a terra il punto più bello dell'Olimpiade, che il Brasile vince accorciando sul 5-6. L'Italia continua a far corsa di testa, spinta dalle frustate di Lupo in attacco. Alison riavvicina il Brasile da (dall'8-11 al 10-11) e stampa un muro devastante sulla parallela a cancellare l'attacco di Lupo per l'11-11.

Il rsveglio di Alison – Il romano fa ricorso al meglio del suo repertorio, tira fuori il cut shot, il coniglio dal cilindro, per tenere gli azzurri davanti. Alison però si è svegliato e la partita cambia, ancora. Bruno è una tenaglia, arriva dovunque, e Cerutti estrae soluzioni a sorpresa che l'Italia non legge. Quando il gioco si fa duro, i campioni giocano da applausi. Lupo e Nicolai si fermano a un passo dal sogno. Ma un posto nella storia e nel cuore degli italiani non glielo toglie nessuno.

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