Oro, argento e zac… Fiamingo: “Taglio i capelli e li tingo di rosa”
"Adesso mi sembra un oro perso, domani dirò che è un argento vinto. Ci avrei messo la firma". Da Rio de Janeiro le parole di Rossella Fiamingo arrivano come un sussurro nella notte italiana: la prima medaglia italiana ai Giochi è la sua, poche ore più tardi toccherà a Detti (bronzo nel nuoto) regalare la seconda soddisfazione al nostro Paese. L'adrenalina sfuma i ricordi, porta via con sé ogni cosa: la tensione emotiva, l'agonismo e gli assalti, i colpi a vuoto e quelli affondati, ansia e sangue freddo, voglia di piangere e magari di urlare all'avversaria ‘ti spiezzo in due…'.
I momenti che porto con me, che mi restano dentro, sono quelli dopo gli assalti – confessa in conferenza e poi a Gazzetta -. Volevo piangere per l’emozione e la felicità ma cercavo di trattenermi. Volevo vincere, quindi dovevo rimanere fredda.

E' finita, Rossella. Se lo ripete tante volte, lo dice a se stessa e a quella vocina che – per quanto si sforzi di apparire serena e soddisfatta – fa leva sul ‘senso di ritorno' che fa da corredo accessorio a un'occasione svanita in pochi affondi, a una prestazione perfetta nella prima parte del confronto, fino al crollo nella seconda parte della manche. Quattro stoccate di vantaggio annullate dalla tenacia dell'ungherese, Szasz, poi il sorpasso, infine il rimpianto di doversi accontentare del secondo gradino del podio. "Rossella è una delle migliori qui, ha vinto due Mondiali – affonda il colpo la magiara -. Mi ha battuto un sacco di volte. Questa volta però ho vinto io".
Una medaglia persa (l'oro) oppure un trofeo guadagnato (l'argento)? Meglio guardare avanti. Meglio non pensarci. Meglio smettere di cercare risposte. Meglio evitare di dirle "sei stata brava comunque", è come strofinare grani di sale sulla pelle.
Mi spiace perché con la Szasz avevo sempre vinto. Mi sono fatta prendere dalla fretta. Adesso mi sembra un oro perso, domani dirò che è un argento vinto. Ci avrei messo la firma.
Meglio dare un taglio a tutto e andare avanti: un taglio alla sequenza videoclip, perché quel maledetto rewind la porta indietro nel tempo e sulla pedana nei momenti clou che hanno dato il ‘la' alla vittoria dell'ungherese; un taglio ai capelli, quasi fosse un rituale scaramantico. "E magari me li tingo di rosa".