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Miriam Sylla a Fanpage: “Agli Europei una bella rivincita su chi ha la memoria corta”

Il momento in cui ha alzato quella coppa non lo dimenticherà mai. Miriam Fatime Sylla è stata la prima ad alzare al cielo il trofeo dell’Europeo vinto contro la Serbia dalla Nazionale Italiana di volley e si è distinta come capitana e leader di un gruppo che non ha mai smesso di credere nelle sue potenzialità anche dopo la cocente parentesi ai Giochi Olimpici. A Fanpage.it la schiacciatrice dell’Imoco ha raccontato il mese che ha vissuto dall’eliminazione alle Olimpiadi di Tokyo alla coppa alzata nel cielo di Belgrado.
A cura di Vito Lamorte
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Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Potremmo prendere come esempio la ‘terza legge della dinamica', più noto come ‘principio di azione e reazione', per spiegare quello che hanno fatto le ragazze della Nazionale Italiana di volley tra Tokyo e Belgrado ma sarebbe troppo semplicistico e troppo facile a posteriori. Bisogna trovarsi in quelle situazioni per capire cosa si prova. Le emozioni, le delusioni, le prospettive future dopo una caduta come quella della selezione azzurra alle Olimpiadi di Tokyo non sono quantificabili e allo stesso modo non si può toccare con mano il lavoro fatto dalle ragazze di coach Davide Mazzanti fino al gradino più alto d’Europa. Ad alzare la coppa contro le stesse avversarie che ci avevano eliminate dai Giochi ci ha pensato Miriam Sylla, capitana e leader di un gruppo che non ha mai smesso di credere, giustamente, nelle sue potenzialità e nei suoi valori. Negli stessi giorni in cui le Azzurre erano al centro di discussioni feroci, loro hanno riannodato i fili per ripartire. Un viaggio lungo ma fatto in pochi giorni e con mille cose a cui pensare: forse questo le ha aiutate a ripartire, ma non è stato semplice.

La schiacciatrice dell'Imoco era stata una delle più criticate per le sue prove in terra nipponica, e non ha mai nascosto la sua delusione per quanto avvenuto a Tokyo, ma non ha lasciato che le malelingue la scalfissero e ha fatto tesoro dei suoi errori: alla competizione europea Miriam Fatime Sylla è stata determinante sia dal punto di vista tecnico che a livello psicologico per tutto il gruppo. Una leader in tutti i sensi, per atteggiamenti e quanto visto sul campo.

A Fanpage.it la capitana della nazionale femminile di volley ha raccontato il mese che ha vissuto dall’eliminazione alle Olimpiadi di Tokyo alla coppa dell’Europeo alzata a Belgrado, sempre contro la Serbia: dall'inferno al paradiso. Miriam e le sue compagne da una delusione cocente sono riuscite a realizzare ciò che tanti pensavano fosse impossibile e si sono prese un posto nella storia.

È una bella rivincita la vittoria dell’Europeo dopo le critiche post Olimpiade: in che modo avete superato l'ostacolo e vi siete rimesse in cammino?
"È una bella rivincita sì! Il dopo le Olimpiadi è stato duro, era da tanto tempo che come gruppo non ci trovavamo in una situazione simile, anche se la gente purtroppo ha memoria molto breve. Nel dolore ci siamo unite, volevamo più che mai dimostrare che è stato semplicemente un brutto periodo come capita sempre nella vita in generale".

Da capitana quali sono stati i sentimenti più forti dopo Tokyo: cosa non ha digerito delle vostre prestazioni e cosa vi ha spronato di più dalle cattiverie nei vostri confronti?
"Il senso di inadeguatezza ti assale in quei momenti, continui a chiederti cosa stai sbagliando, cerchi di aggrapparti a tutto ed estraniarti dalle critiche, a volte molto pesanti. Non abbiamo digerito niente di quello che è stato, perché il sogno lo avevamo e spiegarlo a parole non è possibile (fidati!). La delusione bruciava tanto e purtroppo anche ora c’è, abbiamo semplicemente cercato di ripartire da lì, da quello che non volevamo essere".

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Vincere la finale contro le padrone di casa deve essere stata una sensazione fortissima: cosa ha provato dopo il punto della vittoria?
"Liberazione, sollievo e tanto orgoglio per il nostro gruppo. Non ci siamo lasciate andare e insieme ci siamo trascinate partita dopo partita fino a quell’arena dove abbiamo liberato tutte le nostre energie".

Quanto è stato importante per voi avere la possibilità di essere subito di nuovo in campo dopo la delusione dei Giochi a livello mentale?
"È stato fondamentale, abbiamo imparato una grande lezione: dopo una delusione o una sconfitta bisogna sempre e solo perseverare perché la possibilità di riscatto può essere subito dietro l’angolo".

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Quella contro la Serbia ormai è una rivalità sportiva che dura da qualche anno: dopo averle battute all’Europeo adesso puntiamo al Mondiale del prossimo anno?
"Si, beh, è stato bello e mi auguro altre 1000 partite del genere. Ora un passo alla volta bisogna superare prima questa stagione nei club e crescere ancora come giocatrici, per poi ritrovarci a difendere di nuovo i colori della nostra Italia".

Lei ha avuto a 10 anni un passaporto verde ed è diventata cittadina italiana a 15 anni pur essendo nata a Palermo: quanto c'è bisogno dello Ius Soli in questo paese?
"Lo ripeto spesso che è stata dura, perché non sentivo di appartenere a niente e a nessuno. Avevo il passaporto di un paese che non conoscevo molto bene e quello invece dove mi sentivo a casa era come se non mi accettasse. È importante per ogni individuo potersi sentire parte del paese in cui è nato, dove vive e ne abbraccia la cultura".

Cosa è rimasto e in cosa è cambiata radicalmente la Miriam che ha iniziato a giocare a pallavolo nelle giovanili del Grenta?
"(Ride, ndr) Tanto a livello tecnico sicuramente, caratterialmente e fisicamente. Credo sia rimasta intatta l’energia e la voglia di arrivare, quelle le ho sempre avute".

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La frase dell'estate sportiva a tinte azzurre è "It's coming to Rome": com'è venuta fuori durante i festeggiamenti di Belgrado?
"Quando l’ho sentita dire a Bonucci dopo l’Europeo ero gasatissima e lo volevo dire a tutti i costi. Durante i festeggiamenti mi è subito venuta in mente".

Adesso inizia subito la stagione con la Imoco Volley: quali sono gli obiettivi di Miriam Sylla per il futuro prossimo?
"Crescere, imparare e migliorarmi…Bisogna creare un’altra armatura per le prossime Olimpiadi (ride, ndr). E si può fare solo iniziando a lavorare da adesso".

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