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Mai più foto a gambe divaricate, le nuove regole contro la sessualizzazione della ginnastica

La Federazione svizzera ha fissato un codice molto severo al quale i reporter dovranno uniformarsi per proteggere le ragazze dalla diffusione di immagini definite “eticamente sensibili”. Non sarà più possibile scattare determinate foto se non da angolazioni consone.
A cura di Maurizio De Santis
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La federazione di ginnastica elvetica ha imposto ai fotografi un codice professionale all'insegna del rispetto del corpo e della persona.
La federazione di ginnastica elvetica ha imposto ai fotografi un codice professionale all'insegna del rispetto del corpo e della persona.

Mai più foto che rischiano di confondere il gesto atletico con una involontaria valenza sessuale. La Federazione svizzera di ginnastica ha fissato un codice molto severo al quale i reporter dovranno uniformarsi, pena il ritiro dell'accredito e l'estromissione dalle competizioni. Il divieto sancito dalla FST ha un fine chiaro: proteggere le ragazze dalla diffusione di immagini definite "eticamente sensibili" anche al netto di scatti automatici, di azione che fanno parte del mestiere; sensibilizzare i professionisti dei media perché prevalgano buon senso e rispetto del corpo della persona, invitandoli a riprendere i soggetti da angolazioni più consone.

In buona sostanza il veto cala su quelle pose particolari in cui lo sguardo dello spettatore è involontariamente attratto dall'inguine mentre la ginnasta svolge un esercizio in spaccata oppure a gambe divaricate. "Volevamo dare un segnale molto forte sul fatto che non vogliamo più immagini di un certo tipo", è la spiegazione di Naomi Kempter, che lavora nel dipartimento di etica presso la STV dell'agenzia di stampa tedesca. "Era giunto finalmente il momento per mettere tutto nero su bianco" in una sorta di manuale d'autore che virasse verso una maggiore tutela della persona.

Un certo tipo di scatti non sarà più consentito se non da una determinata angolazione.
Un certo tipo di scatti non sarà più consentito se non da una determinata angolazione.

Un provvedimento che fa seguito al "no al body sì alla tuta" contro la sessualizzazione della ginnastica che le tedesche fecero proprio in occasione della Olimpiadi di Tokyo 2021. E se per molti anni è stato dato per scontato che le ragazze svolgessero i loro esercizi indossando indumenti attillati e molto sgambati adesso non lo è più. Nemmeno per quanto riguarda le foto. "Gli atleti dovrebbero poter praticare il loro sport indipendentemente da cosa indossano o da come vengono fotografati", dice ancora Kempter.

La selezione tedesca disse no al body e sì alla tuta a Tokyo 2021.
La selezione tedesca disse no al body e sì alla tuta a Tokyo 2021.

Una considerazione che fa il paio con quanto dichiarato da Sarah Voss, ginnasta e campionessa tedesca che pià volte, nel corso delle interviste aveva espresso la "sensazione di sentirsi nuda" abbigliata e fotografata in un certo modo. Ecco perché, al di là dell'esperienza olimpica con la nazionale, in occasione degli Europei di Basilea nel 2021 volle dare un esempio tangibile assieme alle colleghe Elisabeth Seitz e Kim Bui. Allora le ragazze sfoggiarono tute a gamba lunga e non il solito completo a gamba alta.

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