Lo stupore di Julia Paternain, vince una medaglia a Tokyo e non lo sa: “In che posizione mi trovo?”

Le grandi manifestazioni sportive regalano sempre delle storie meravigliose. I Mondiali di atletica di Tokyo hanno già regalato quella di Tim van de Velde, il trionfo della sportività. Non da meno quella di Julia Paternain terza classificata nella maratona femminile. Una volta giunta al traguardo l'atleta ha mostrato uno stupore immenso per il traguardo raggiunto. Il suo bronzo è la prima medaglia di sempre per l‘Uruguay nei Mondiali di atletica.
Medaglia di bronzo nella maratona
La maratona femminile ha aperto il programma della domenica, che è stata dolorosa per Jacobs e Tamberi. La medaglia d'oro è andata alla keniana Peres Jepchirchir, che ha battuto in volata l'etiope Tigst Assefa. Distante ma terza e dunque di bronzo Julia Paternain, che si è rubata la scena per lo stupore che ha mostrato. Tagliato il traguardo l'atleta si è guardata intorno, sembrava cercare una conferma. Nel mentre continuava a correre. Sì. La maratona era finita. Il bronzo era suo. Una medaglia doppiamente storica. Perché è la sua prima medaglia di sempre e lo è pure per l'Uruguay, che in 42 anni mai ne aveva vinta una ai Mondiali di atletica.

Lo stupore di Julia Paternain
Quando le è stato chiesto del suo stupore ha detto: "Pensavo mancassero ancora 400 metri, poi un giudice mi ha detto che era finita. Ero terrorizzata all'idea che non fosse la fine. Pensavo dovessi percorrere 400 metri. Non riuscivo a crederci. Uno degli ufficiali ha dovuto dirmi che avevo finito".
La donna dai tre passaporti era alla seconda maratona della carriera
Ma lo stupore c'era pure perché questa è stata appena la seconda maratona di Julia Paternain, l'ha chiusa in 2h27'23" e disputata da numero 288 del mondo. Una storia quasi unica quella di questa atleta che ha tre passaporti e una green card, parole sue. Nata in Messico è cresciuta in Inghilterra, seguì il papà professore a Cambridge, gareggiando anche per la Gran Bretagna, ma la famiglia è dell'Uruguay. Il cambio di nazionalità è arrivato nel mese di gennaio. In mezzo una lunga esperienza negli Stati Uniti nell'NCAA, tra Penn State e Arkansas.

"Non sapevo esattamente qual era la mia posizione"
La maratona provata quasi per caso e ai Mondiali ci è andata con un obiettivo minimo: chiudere tra le prime 30! Invece è arrivato il terzo posto. Medaglia di bronzo, e allora si che questa è una storia da raccontare, una storia magica: "La medaglia non era nei radar. L'obiettivo A era arrivare tra i primi otto, quello B tra i primi 30. Quando sono entrata nello stadio non avevo idea di dove mi trovavo. Sapevo di essere da qualche parte in cima alla classifica, pensavo quinta o sesta. Ma non sapevo esattamente dove mi trovavo in classifica. Non volevo pensare che ci fosse una medaglia, nel caso in cui non ci fosse".