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Il piccolo Alfie bullizzato perché “troppo grosso per giocare”: lo sport insorge in sua difesa

La classica presa in giro online, l’intervento del papà e l’accorata dedica social. Che ha sollevato l’indignazione di tutto lo sport che si è stretto attorno ad Alfie.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alfie è il personaggio più in vista nel mondo del rugby delle ultime ore. Non è un campione affermato, una star della palla ovale e non ha ancora iscritto il suo nome su un trofeo o alzato una coppa al cielo. Alfie è semplicemente un ragazzino di 12 anni che gioca a rugby e che è diventato famoso grazie ad un tweet pubblicato lo scorso 23 gennaio da suo papà Mark, che ha fatto il giro del web diventando virale. La denuncia contro il bullismo subito dal figlio e la dolce dichiarazione d’affetto di papà Mark ha ricevuto oltre 200mila likes, è stata retwittata più di 10mila volte in un paio di giorni, richiamando a sè tantissimi giocatori, tifosi e semplici appassionati della palla ovale e dello sport in generale.

"Ho dovuto rimuovere un post da Facebook perché un idiota lo ha commentato dicendo che mio figlio è troppo "grosso" per giocare in under 12 e non è sano. Se solo la gente sapesse quanto lavora duro per essere più in forma e quanto sia stata bassa la sua autostima… Non preoccuparti Alfie, sarò sempre il tuo più grande tifoso." Il tutto unito ad una foto di Alfie in tenuta da rugby, mentre gioca con i propri coetanei. Una storia come tante, purtroppo, fatta di prepotenze e bullismo, di critiche e facili ironie scritte senza pensare alle conseguenze devastanti che possono avere su chi le riceve.

Papà Mark poteva limitarsi a togliere quanto scritto su Facebook e lasciar correre, accettando la triste realtà dei social, ma ha saputo trasformare la classica cattiveria in un boomerang che si è rivoltato contro gli "haters", i bulli da tastiera, ripubblicando la foto di Alfie con la dedica a sua difesa. E la storia di Alfie Pugsley è stato uno tsunami a ciel sereno coinvolgendo sempre più gli utenti sui social e richiamando a sè anche l'attenzione generale dello sport e – in particolar modo – del mondo del rugby.

Una storia che ha scosso anche Nigel Owens, uno che di ‘bullismo' e discriminazione se ne intende eccome. L'arbitro internazionale gallese, tra i più esperti a livello internazionale e che nel novembre 2020 ha conquistato il record mondiale di test match diretti, è stato anche il primo a dichiararsi apertamente omosessuale nel rugby, nel 2007, dopo aver vissuto anni terribili, in cui ha raccontato di avere più volte tentato anche il suicidio. Davanti a quanto accaduto al piccolo Alfie, non si è tirato indietro: "Ho inviato i miei estremi a Mark, quindi fatemi sapere quando avete degli incontri in arrivo nei prossimi due mesi e mi assicurerò di arrivarci per uno di loro. Non vedo l'ora!"

"Hey Alfie, continua a divertirti e a lavorare duro, il nostro bel gioco è per tutti i generi, per persone di qualsiasi estrazione, di tutte le forme e dimensioni, mantieni il tuo sorriso e continua così." Questo il messaggio inviato via social da Jerome Kaino, la leggenda degli All Blacks, la squadra di rugby più conosciuta e vincente al mondo. Il campione del mondo 2011 e 2015 con la maglia della Nuova Zelanda non è stato il solo ad esternare la propria vicinanza al piccolo Alfie.

Tra i primi a commentare e a prendere le difese del 12enne anche Matthieu Jalibert, 23enne mediano d'apertura del XV francese e del Bordeaux Bègles. "Alfie, durante tutta la mia giovinezza mi è stato detto che ero troppo piccolo, troppo magro, troppo esile. Quando ho letto il post di tuo padre, mi ha fatto male il cuore. Mai perdere la speranza. Credi nei tuoi sogni. Tuo padre è il tuo fan numero uno. io sono il secondo"

Fino a due commenti che probabilmente nessuno si aspettava di suscitare, sui profili ufficiali degli All Blacks, dei British & Irish Lions e della squadra di rugby francese, con una precisa e unica costante: ‘Il rugby è per tutti'.

La vicenda che ha coinvolto Alife ha scosso anche il mondo dello sport in generale grazie al supporto via social arrivato da club e calciatori. Come nel caso dell'ex stella dell'Inghilterra e del Liverpool, Robbie Fowler: "I social media sono pieni di idioti, amico… digli di continuare ad amarlo" e il tweet del Chesterfield, club calcistico di National League: "Continua a lavorare sodo, Alfie! Sei una superstar. Continua a sorridere e divertirti con il tuo sport: questo è tutto ciò che conta!".

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