Il discorso di Julio Velasco all’Italia nell’ultimo timeout ci spiega perché è il migliore al mondo

Il discorso di Julio Velasco all'Italvolley campione del mondo è il manifesto del migliore allenatore vi possa essere in circolazione nello sport. Ha saputo toccare le corde giuste al momento giusto. In quel "decidete voi cosa fare ma fatelo convinte, come sapete fare" nell'ultimo time-out decisivo c'è l'essenza del motivatore che uccide il giocatore dentro di sé (per usare un esempio riportato da lui stesso) e dà la carica giusta alla squadra affinché dia tutto in quegli ultimi punti che fanno la storia della pallavolo femminile nazionale. Nel quinto set ha messo il cuore e la fiducia in mano alle sue ragazza, ha chiesto loro di lanciarlo oltre la rete. E loro lo hanno fatto piazzando una sequenza micidiale di colpi che hanno definitivamente spazzato via la Turchia. "Volevo ragazze autonome e autorevoli e ho un gruppo che ha fatto grandissime cose", missione compiuta.
Le parole di Velasco che hanno scatenato il parziale di 8-1 nel tie-break
Basta dare un'occhiata ai punteggi raccolti in tabellone: l'Italia, la sua Italia, è passata dal 7-7 nel tie-break al 15-8 finale, lasciando alle avversarie appena un punto, un timido cenno che sì, forse, potevano ancora giocarsela. Pura illusione perché quando Velasco ha detto alla squadra "decidete voi cosa fare ma fatelo convinte, come sapete fare" è stato il segnale che era quello il momento per andarsi a riprendere tutto quanto era mancato in questi 23 anni (nel 2002 c'è stata la prima vittoria mondiale). La Turchia è crollata, si è arresa allo strapotere delle Azzurre, in grado di mettere a terra (come si dice in gergo) un parziale di 8-1 devastante. Un'azione martellante, scandita dai muri impenetrabili e dagli attacchi altrettanto efficaci.
Il pragmatismo del coach: "Dobbiamo menare, non perdiamo lucidità"
L'arringa nell'ultimo set è stata sicuramente emozionante, quella che rimasta scolpita dentro considerato il frangente della finale, ma c'è un altro momento della partita che pure fotografa bene quanto sia fondamentale la capacità di Velasco di entrare nella testa delle ragazze. Dopo aver vinto il primo set 25-23, nel secondo il coach si è accorto della difficoltà palesata dalla squadra e ha capito subito quale era la pecca, la sbavatura da lavare via senza pensarci due volte su. L'argentino è stato netto e deciso, indicando la strada da seguire senza urtarne la suscettibilità.
E senza fare troppi giri di parole è andato dritto al cuore del problema: "Non dobbiamo fare tanti pallonetti… dobbiamo menare perché se perdiamo lucidità è un casino". L'Italia era finita sotto per 15-6 nel secondo, perdendo la frazione per 25-13, ma quella strigliata ha spianato la strada per non lasciarsi a fare, per stare sul pezzo, per continuare a lottare "come sapete". E vincere.

È stata l'ennesima perla del tecnico argentino che mette in bacheca in terzo mondiale della carriera dopo le Olimpiadi: ne ha conquistati due con la generazione d'oro maschile negli Anni Novanta (in Brasile nel 1990 e in Grecia nel 1994), ha ottenuto il terzo calandosi nel ruolo di Pigmalione di un gruppo dove forza del collettivo e talento delle singole si mescolano e si trasformano. E quel vecchio adagio "si vince di squadra" si conferma leit-motiv anche dell'esperienza iridata (e del trionfo) della Nazionale a Bangkok. Dopo i Giochi, il Mondiale. Chapeau.