Il CIO svela perché Israele non sarà escluso dalle Olimpiadi di Milano-Cortina a differenza della Russia

È ipotizzabile un’esclusione degli atleti che rappresentano Israele alle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina? Al momento la risposta è no, e lo ha ribadito in modo deciso il Comitato Olimpico attraverso il direttore esecutivo Christophe Dubi. Quest’ultimo considera il caso di Israele e Palestina diverso e speciale rispetto a quello di Russia e Bielorussia in vista dei prossimi Giochi invernali. Un concetto confermato anche da Giovanni Malagò, membro del Comitato Olimpico Internazionale e presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026.
Il caso di Israele alle Olimpiadi di Milano-Cortina, il parere del CIO
Dubi in particolare è stato molto chiaro sulla vicenda della possibile non partecipazione degli israeliani, per le conseguenze della guerra con Hamas in Palestina. Nella conferenza stampa del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici, il direttore esecutivo ha spiegato: “Il caso è diverso da quello di Russia e Bielorussia, di cui si discuterà a Parigi e di cui aspettiamo i risultati. Su Israele e Palestina è un caso speciale perché abbiamo due comitati olimpici nazionali e entrambi ottemperano alla Carta Olimpica. Da un punto di vista sportivo, di cui siamo responsabili, sono due casi separati”.

Malagò su Israele a Milano-Cortina, nessuna esclusione
Dunque la volontà è stata quella di sottolineare prima le differenze con il caso degli atleti di Russia e Bielorussia dopo la guerra in Ucraina, e poi la distinzione tra l’operato dei governi dei Paesi e quello dei Comitati Olimpici. Un argomento ribadito anche da Giovanni Malagò: “Quando si dice il CIO, gli organismi sono sostanzialmente a livello individuale. Non ho il ruolo di rispondere, però c’è un esecutivo che tratta questo tema, che comincia da domani, e poi c’è una dinamica assembleare che comporta anche ruoli e responsabilità diversi. C’è da fare, secondo me, un distinguo tra chi ha responsabilità politiche, quindi un governo – in questo caso un primo ministro di un Paese – e quelle che sono invece le dinamiche del rispetto della Carta Olimpica”.
Un concetto spiegato poi in modo ancora più chiaro: “Attenzione, non stiamo parlando dei governi di quei Paesi, ma stiamo parlando dei comitati olimpici. Mi sembra che Dubi abbia già risposto molto chiaramente. Il Comitato Olimpico nazionale di Israele e quello di Palestina, per il CIO, sono entrambi riconosciuti da moltissimi anni: Israele e Palestina hanno due comitati olimpici, tutti e due che rispettano la compliance della Carta Olimpica”.