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Il Braccio di Ferro russo rischia di perdere le braccia: ha iniettato vaselina e synthol nei bicipiti

Kirill Tershin, conosciuto da tutti come il “Braccio di Ferro” russo nel mondo del culturismo rischia l’amputazione di entrambe le braccia. Dal 2017 si è iniettato un mix di vaselina e synthol nei bicipiti fino ad arrivare al diametro di 60cm l’uno. Ora però, sono letteralmente “scoppiati” mettendo in atto un’infezione che potrebbe diffondersi nel resto del corpo con conseguenze letali.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il "Braccio di Ferro" russo, Kirill Tershin potrebbe perdere l'uso di entrambe le braccia a causa di una violenta infezione davanti alla quale i medici hanno stabilito che l'unico rimedio sia l'amputazione degli arti. Tutto ciò a seguito delle scellerate pratiche perseguite dal culturista 29enne che per anni si è iniettato un mix di vaselina e synthol per rendere i suoi bicipiti sempre più grandi, fino a toccare i 60 cm di diametro.

Le condizioni disperate di Kirill Tershin, il "Braccio di Ferro" russo: bicipi "esplosi"

La prognosi di Tereshin è a dir poco allarmante: sulle sue braccia è in atto una infezione che potrebbe estendersi anche nel resto del suo corpo portandolo alla morte. Le iniezioni costanti cui si è sottoposto nel tempo, con dosi mischiate di vaselina e syntol – una miscela che nel bodybuilding viene utilizzata spesso per aiutare la crescita della muscolatura – hanno avuto effetti devastanti: adesso Tershin rischia una possibile amputazione di entrambe le braccia. Ma la situazione è ancor più complicata perché, anche di fronte a questa terribile soluzione, l'intervento non può essere compiuto finché la medesima infezione non regredirà permettendo i necessari diversi interventi chirurgici complessi, inclusi innesti cutanei.

Il "trattamento" di Tershin: iniezioni di vaselina e synthol dal 2017 ad oggi

A queste condizioni, Kirill Tershin è giunto dopo anni e anni di questo trattamento, iniziato nel lontano 2017 e per il quale aveva ricevuto una prima allerta medica nel 2019 quando di fronte alla innaturale crescita dei suoi bicipiti più di un medico lo aveva invitato a desistere e a sottoporsi ad un trattamento di recupero, per evitare guai peggiori. Il "Braccio di Ferro" russo ha sì seguito il consiglio, facendosi togliere parte dei tessuti già allora danneggiati, ma ha poi continuato con le iniezioni, finendo per distruggerne altri, su entrambe le braccia con l'avvio dell'infezione che ha portato a necrosi cutanee sempre più evidenti e al momento incurabili.

L'intervento che può salvare la vita a Tershin: vascolare, plasticp e ricostruttivo

Oggi la situazione clinica di Kirill Tershin resta gravissima: ricoverato e monitorato al momento i medici stanno provando a recuperare parte delle braccia nel tentativo di controllare l'infezione. Sui suoi bicipiti da 60 centimetri di diametro, sono state riscontrate fibrosi tissutali con indurimento del muscolo iniettato, a causa dell'accumulo di materiale estraneo e la progressiva morte della pelle. Per l'ex soldato russo oramai l'unica via praticabile per aver salva la vita resta una serie di procedure che richiederanno la partecipazione di un team medico multidisciplinare con chirurghi vascolari, plastici e ricostruttivi.

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