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Pescante: “Assurdo 4 lesbiche ai Giochi Olimpici”. Poi le scuse

L’ex presidente del Coni e membro del Cio aveva criticato la scelta degli Usa di inviare 4 lesbiche per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Sochi.
A cura di Marco Beltrami
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Mario Pescante torna sui suoi passi. L’ex presidente del Coni e membro del Cio ha chiarito il senso delle parole pronunciate nei giorni scorsi che avevano fatto molto discutere. L’esperto dirigente sportivo di Avezzano aveva così commentato la scelta degli Usa che saranno rappresentati alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Sochi da esponenti del mondo omosessuale. "E' assurdo che un Paese invii in Russia quattro lesbiche solo per dimostrare che in quel Paese i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni". Queste le parole di Pescante che aveva provocato la piccata reazione dei rappresentati delle associazioni che difendono i diritti di gay e lesbiche e non solo.

Richiesta di dimissioni per Pescante. Durissima la replica di Fabrizio Marrazzo portavoce di Gay Center: “Mario Pescante rassegni le dimissioni da membro del Cio. Le sue affermazioni sui giochi olimpici di Sochi contro gli Usa che a suo dire sarebbero rappresentati "da quattro lesbiche" sono vergognose. Il mondo sportivo e anche quello politico diano un segnale di distanza da queste parole che hanno alla base non solo un sentimento omofobo, ma una visione miope dello sport e dei diritti umani".

Pescante fa dietrofront. Pescante ha voluto chiarire il senso delle sue parole, a suo giudizio estrapolate da un discorso più ampio: “Riconosco di aver adoperato dei termini impropri, ma il discorso è più ampio. Parte della mia dichiarazione è stata estrapolata da un discorso più completo che mirava alla difesa dei Giochi Olimpici –  ha dichiarato a Rainews24 – Negli ultimi 25-30 anni le Olimpiadi hanno sempre rischiato di essere vittime dei malesseri della società, in questo senso c'è da preoccuparsi anche per Rio. Io penso che la cattiva politica non deve entrare nello sport, deve entrarci quella della tregua olimpica, quella che ha riavvicinato Stati Uniti e Cina con un incontro di tennistavolo, quella che ha permesso a Germania Ovest ed Est di sfilare assieme quando erano divise. Il mio rammarico è che lo sport quotidianamente lotta contro ogni tipo di discriminazione".

Nessun attacco agli Usa. Nessuna omofobia anzi tentativo di difendere i giochi olimpici dall’ingerenza della cattiva politica: “Io omofobo? Mi fa sorridere. Ho solo cercato di difendere le Olimpiadi dalla cattiva politica. Si è arrivati al boicottaggio del 1980 per cattiva politica, a quello del 1984 per lo stesso motivo, nel 1988 era stato chiesto per la dittatura in Corea, a Pechino per l'occupazione del Tibet, adesso a Sochi quest'ultimo discorso. Questi diritti sono fondamentali, condivisi, io sono contro l'omofobia, ma anche contro il sostenere questi temi sempre e solo ai Giochi Olimpici. Questo indebolisce i Giochi che sono incontro, pace, fraternità. Il problema reale si chiama terrorismo, il Cio può fare poco per questo, può difendere le Olimpiadi visto che queste cose indeboliscono i Giochi".

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