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Floyd Mayweather Jr., il più grande pugile del nuovo millennio ha tenuto a galla la boxe

Floyd Mayweather Jr. oggi compie 44 anni e potrebbe avere ancora un futuro da pugile davanti a sé. Ogni tanto si sentono voci di un suo possibile ritorno e tutti gli appassionati hanno paura che il suo ricordo di pugile dalla classe cristallina, con il record immacolato di 49 incontri vinti, possa essere macchiato da un suo nuovo inutile (se non per soldi) match.
A cura di Jvan Sica
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Come Rocky Marciano. Quando pensiamo a Floyd Mayweather Jr. lo associamo subito al grande peso massimo degli anni degli anni ’50 rimasto imbattuto in tutti i suoi 49 incontri da professionista. Altri nella storia della boxe sono stati e sono in questo momento ancora imbattuti, ma la monumentalità di Marciano può essere paragonata solo a quella del grande pugile di Grand Rapids.

Nasce da una famiglia di pugili, erano tali il padre Floyd Sr. e gli zii, Jeff e Roger. Junior fin da subito dimostra di avere tante cose speciali, ma una in particolare è irreale. Legge i colpi degli avversari e non si fa nemmeno sfiorare dai pugni. Come se gli altri portassero colpi al rallentatore e lui avesse tutto il tempo per muovere il busto e soprattutto muovere le braccia che meglio hanno saputo difendere nella storia della boxe.

Quella che imposta Floyd è una boxe perfetta per il dilettantismo e infatti lì inizia a brillare e sorprendere, vincendo 84 dei 90 incontri disputati da dilettante. È proprio durante questa fase che amici e gli stessi avversari iniziano a chiamarlo “Pretty Boy”, perché carino e immacolato dopo ogni match. Nemmeno un livido, perché mai nessuno riesce a colpirlo con un buon pugno. Uno come lui in America va subito alle Olimpiadi e a 19 anni sale sul ring dell’Alexander Memorial Coliseum di Atlanta nel 1996 per sfidare tutti nella categoria Piuma. Perde in semifinale contro il forte e scafato bulgaro Todorov (classe 1969). I punti dicono 10-9 e ci sarà grande bagarre dopo il verdetto. Vince il bronzo e Todorov sarà l’ultimo a sconfiggerlo su un ring di boxe.

L’11 ottobre dello stesso anno olimpico già esordisce tra i professionisti, stendendo al secondo round Roberto Apodaca. Deve mettere ancora a posto delle cose nella sua boxe, ma ci pensa il padre quando inizia ad allenarlo in maniera continuativa dopo essere uscito di galera. Era dentro per traffico di droga. Nel 1998 vince subito il primo Mondiale, la categoria WBC dei Superpiuma, battendo Genaro Hernandez per KO tecnico all'ottavo round. Il primo grande match però è del 2001, contro  Diego Corrales. Domina tutti i round e mette al tappeto l’avversario per cinque volte, prima che l’angolo getti la spugna. Nel match successivo Floyd Mayweather Jr. ha entrambe le mani infortunate, viene messo per la prima volta al tappeto da Carlos Hernández, ma riesce comunque a vincere ai punti. Nel 2002 passa ai Leggeri e vince subito il titolo WBC contro José Luis Castillo, ma il match più bello nella categoria lo disputa in casa, a Grand Rapids, contro il sudafricano Phillip Ndou. Ndou è coraggioso e sfida a viso aperto il campione, ma Mayweather ha semplicemente più classe e al settimo round lo atterra.

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Sale ancora di categoria e va nei Superleggeri dove lo aspetta l’italo-canadese Arturo Gatti. Dopo un po’ di vittorie per prendere le misure della categoria, i due si sfidano. Viene fuori un incontro sporco, difficile, che però il Pretty Boy riesce comunque a portare a casa, diventando campione del mondo nella terza categoria di pesi differente.

Nel 2005 arriva finalmente nei Pesi Welter e nel 2006 è già campione IBF e IBO dopo aver sconfitto Zab Judah. Dopo questa vittoria e quella contro Carlos Baldomir per la corona WBC, per tutti Floyd Mayweather Jr. è almeno nei primi tre posti nella classifica Pound for Puond e ha diritto ai match che fanno la storia. Il primo che lui stesso si sceglie è quello contro Óscar de la Hoya, il pugile più influente negli anni ’90. Il 5 maggio 2007 si disputa quello che viene definito “L’incontro che può salvare la boxe” e Mayweather lo vince di nuovo per Split Decision.

Il prossimo a sfidare il campione è Ricky Hatton, irlandese tutto cuore e furia. Siamo già nella boxe contemporanea, con dei reality show che seguono la preparazione dei due pugili. Floyd Mayweather Jr. è nettamente più forte, vince per KO tecnico al decimo round e annuncia il ritiro. A 30 anni il più grande pugile degli anni zero dice addio.

Il ritiro dura due anni, poi continua a sfidare il meglio che c’è a disposizione nelle categorie leggere. Prima vince contro il messicano Juan Manuel Márquez, poi l’ostacolo è ancora più difficile, sfidando “Sugar” Shane Mosley. Vince di nuovo con le sue armi. I colpi di Mosley andati a segno a fine match sono 92, quelli di Mayweather 208. Il match successivo contro Victor Ortiz è il più strano. Alla quarta ripresa Ortiz colpisce volontariamente Mayweather con una testata fortissima. Il match si ferma, Ortiz si scusa varie volte con il pugile americano, gli da perfino un bacio sulla guancia. Il match riprende, lui ha guardia bassa e continua a scusarsi a cercare i guantoni di Maywetaher, che scatta e gli tira due destri che lo atterrano.

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Dopo questo folle incontro pieno di polemiche anche dopo il gong, vince ancora contro ottimi pugili come Cotto e Maidana e non gli resta che l’ultimo grande avversario dei suoi tempi, il filippino Manny Pacquiao per l’ incontro del secolo. Vince di nuovo, muovendo l’avversario sul ring a suo piacimento. Lo score dice 48 incontri vinti, a uno solo da Marciano. Cerca e ottiene la 49esima vittoria contro André Berto nel 2015 e anche Marciano è pareggiato.

Questa volta si ritira davvero anche se nel 2017 torna per sfidare il campione delle MMA Conor McGregor. È la sua cinquantesima vittoria, anche se non è ancora chiaro se deve essere conteggiata, ma di sicuro a lui interessa anche fare propria la Money Belt, la cintura confezionata dalla WBC realizzata 3 360 diamanti, 600 zaffiri, 300 smeraldi e 1,5 kg di oro, il tutto avvolto in preziosa pelle di coccodrillo.

È stato il miglior pugile del nuovo millennio, questo si può tranquillamente affermare, così come nelle categorie leggere il suo stile ha creato una nuova boxe e tutti oggi cercano di imitarlo. Cosa sarà il futuro, ora che ha compiuto 44 anni è ancora incerto. Ogni tanto si sentono voci di un suo ritorno sul ring. I soldi “in palio” per un suo ritorno sono sempre tanti, ma tornare per demolire il suo ricordo sarebbe davvero un peccato.

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