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Finale dei 100 metri, parte solo un atleta e tutti gli altri scappano: è la sporcizia dello sport

Vicenda incredibile quella accaduta a Delhi, in India, dove un atleta ha corso da solo la finale dei 100 metri, dopo che gli altri sette concorrenti sono fuggiti al diffondersi di una notizia.
A cura di Paolo Fiorenza
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Davvero incredibile quello che è successo qualche giorno fa in occasione della finale maschile dei 100 metri nel meeting statale di atletica leggera a Delhi, in India. Un atleta ha visto sparire tutti gli altri concorrenti della gara e si è presentato da solo ai blocchi di partenza, vincendo poi senza alcuna opposizione la competizione. Una volata surreale, che rappresenta tutto quello che lo sport non deve essere, visto il motivo per cui c'è stato il fuggi fuggi generale: il diffondersi della notizia che allo stadio stavano arrivando i funzionari dell'antidoping.

Il 20enne indiano Lalit Kumar è la faccia pulita che esce da questa vicenda: tutti e sette i suoi avversari si sono ritirati dalla gara – disputatasi nello stadio Jawaharlal Nehru della capitale indiana – adducendo come motivazioni crampi o problemi muscolari dell'ultimo minuto. Ben altra sarebbe la verità secondo gli organizzatori, che sospettano che gli atleti si siano dati alla macchia dopo aver saputo dell'imminente arrivo di funzionari dell'agenzia antidoping indiana, la NADA.

"Un solo ritiro strano è comprensibile, ma quando sette corridori si ritirano, sai che c'è qualcosa di sospetto – ha detto alla Reuters Sandeep Mehta, segretario della Delhi Athletics Association – Ci sono anche alcuni lanciatori che sono scomparsi prima della competizione e tutti avrebbero dovuto essere testati dalla NADA. Stiamo condividendo con loro i dettagli degli atleti che sono fuggiti. Se qualcuno di loro sarà testato positivo, lo bandiremo a Delhi e raccomanderemo alla Federazione indiana di atletica leggera di fare lo stesso".

Il video con la surreale corsa testimonia la gravità del problema del doping nello sport indiano, in particolare a livello statale. Anche molti atleti di altri eventi del meeting non si sono presentati alla loro competizione, sebbene nessuna delle altre gare avesse un solo partecipante come è successo nei 100 metri. La vicenda è diventata ancora più grottesca quando Mehta ha aggiunto che alcuni non si sono neanche presentati per ritirare le medaglie che avevano vinto in pista, sollevando ulteriori sospetti sull'uso di doping. L'alterazione chimica delle prestazioni attraverso prodotti illeciti è un problema serio in India. Il Paese asiatico si è classificato al secondo posto dietro la Russia per violazioni delle norme antidoping, secondo un rapporto dell’Agenzia mondiale antidoping pubblicato nello scorso maggio.

La corsa solitaria e pulita di Kumar lo ha fatto diventare un eroe sui social, dove è stato acclamato come un "atleta onesto in uno sport sporco". Lo stesso giovane era incredulo per quanto accaduto: "Non vedevo l'ora di correre contro i migliori atleti, ma non si è presentato nessuno. Tutti avevano paura di sottoporsi al test. Come atleta mi sento molto ferito e deluso".

La Federatletica di Delhi ha dichiarato di aver deciso di assegnare a Kumar una medaglia anche se era l'unico corridore nella finale e il regolamento non lo prevede per gare con meno di tre partecipanti. "Ha gareggiato con gli altri nelle batterie e non è colpa sua se gli avversari sono scomparsi prima della finale – ha detto Mehta – Crediamo che sarebbe sbagliato negargli la medaglia e il certificato, e li avrà presto".

Il 20enne Lalit Kumar
Il 20enne Lalit Kumar

Lalit non aveva idea che sarebbe stato l'unico a scendere in pista e per questo pensava di non avere alcuna speranza, visto il suo personale nei 100 metri rapportato a quello degli altri. La sera prima della finale – la sua prima nella categoria senior – il ventenne ha ricevuto una telefonata da suo padre che voleva sapere come si sentiva. Il ragazzo gli ha risposto di non avere speranze troppo alte. Con un miglior tempo in carriera di 11,18 secondi sapeva di non avere alcuna possibilità di vincere la gara, considerando che l'anno scorso la medaglia d'oro era stata vinta in 10,92 secondi.

È stato solo quando è arrivato allo stadio che ha capito che avrebbe corso da solo: "Avevo sentito che la NADA sarebbe venuta a testare gli atleti, ma non era mai successo prima e quindi non ci ho pensato troppo. Ma la mattina ho visto i loro ufficiali e mi sono reso conto che non c'era nessuno dei miei avversari". Correre da solo inevitabilmente ha inciso sulla sua prova, visto che Lalit ha corso in uno dei tempi più lenti della sua carriera: 11,6 secondi. "È strano correre da solo. Non senti alcuna pressione. Non sai nemmeno quanto velocemente stai andando", ha spiegato il giovane velocista.

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