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Corre 150 maratone in 150 giorni, ora è un’altra persona: i suoi piedi si sono trasformati

Una 32enne australiana ha riscritto la storia dello sport con un eccezionale record di maratone, con un fine anche benefico. L’impresa l’ha letteralmente stravolta.
A cura di Marco Beltrami
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Erchana Murray-Bartlett ha trovato un modo molto particolare per lasciare un segno indelebile nella storia dello sport. Questa 32enne australiana appassionata di corsa, non si è buttata giù dopo aver fallito la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino. Uno stimolo in più per superarsi, e compiere un'impresa letteralmente straordinaria e da record che le permetterà di trovare spazio negli annali, almeno fino a quando qualcuno non riuscirà a fare meglio di lei, e sarà molto difficile.

Questa eccezionale atleta che da anni corre a livello agonistico è riuscita a percorrere la bellezza di più di 6300 chilometri, attraverso l'Australia. Partita da Cape York nell'estremo nord del Queensland, è arrivata in quel di Melbourne oggi portando a termine l'impresa che si era prefissata. 150 maratone in altrettanti giorni, dunque una maratona al giorno. Così Murray-Bartlett ha superato il primato precedente appartenente alla britannica Kate Jayden che l'anno scorso ha corso 106 maratone in 106 giorni.

Quando ha tagliato l'ultimo traguardo, tra applausi, lacrime e sollievo, è stata portata in trionfo dagli spettatori presenti e da chi l'ha aiutata a realizzare il tutto. Nei prossimi giorni, potrà ricevere la visita degli emissari dei Guinnes World Records che formalizzeranno quello che è a tutti gli effetti il nuovo record di maratone consecutive corse.

Ma attenzione perché la sua non è stata un'impresa fine a se stessa. Infatti Erchana durante la sua avventura sportiva è riuscita a raccogliere grazie alle donazioni quasi 65000 euro per un'organizzazione che si impegna a preservare la natura: la Wilderness Society. Un modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla biodiversità, sempre più a rischio in Australia e non solo. Ai media locali di Melbourne ha dichiarato: "È travolgente, sono così eccitata. L'affluenza è stata grande e il fatto che così tante persone abbiano camminato con me lo rende ancora più speciale. Ho trascorso cinque mesi e mezzo della mia vita a fare questo, ogni giorno quindi anche solo finire è strano".

Nel suo percorso in questi mesi, la 32enne ha corso praticamente dappertutto e in qualsiasi condizione: ha attraversato centri abitati, ma anche spiagge, foreste pluviali, strade secondarie e autostrade, con temperature molto basse e molto alte. Gli imprevisti non sono mancati per questa straordinaria atleta, dall'incontro spiacevole con un coccodrillo alle molteplici punture di insetti. E le conseguenze sul suo fisico sono state notevoli: "Non sono così vistosi al momento, ad essere onesti. Non ho tendinopatie o fratture ossee… solo uso eccessivo e dolore alle ginocchia, alla parte inferiore delle gambe e alla schiena. Inoltre ho questa costante nebbia nel cervello che sta rendendo tutto davvero difficile".

Si sente come se fosse "invecchiata di 50 anni" Murray-Bartlett che è stata costretta a correre con scarpe più grandi per le condizioni dei suoi piedi, distrutti per le fatiche della corsa: "Non voglio che questo finisca mai perché mi sto divertendo molto. Ma ho anche davvero bisogno di fermarmi perché il mio corpo è al limite. Indossavo scarpe di una taglia più grande a causa dei piedi gonfi e dei calli". E infatti ha svelato di aver cambiato 10 paia di scarpe complessivamente.

Insomma è stata davvero dura, anche perché le situazioni estreme non sono mancate: "La parte più difficile però è stata la logistica. Non c'è stata accoglienza, niente acqua, niente cibo, il solo sperare che quelle cose fossero lì al traguardo è stato davvero duro. Ho perso più peso di quanto mi aspettassi e, come nutrizionista, ci sono stata molto attenta. Quindi quella che pensavo fosse una quantità ridicola di cibo non era sufficiente. La mia assunzione ora è di quattro o cinque pasti abbondanti al giorno e solo spuntini costanti. Ora sono al punto in cui sono quasi troppo stanco per mangiare". Dopo 5 mesi di corsa, Murray-Bartlett è letteralmente un'altra persona.

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