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Bonicelli, l’emozione dopo l’incidente: “Ho sentito che nelle braccia avvertivo qualcosa. Mio Dio…”

Dopo il brutto incidente della scorsa estate in Germania, con danni neurologici dovuti alla lesione del midollo spinale, Lorenzo Bonicelli è impegnato nel lungo e difficile percorso della riabilitazione: “Se oggi mi guardo allo specchio, mi dico che sono fortunato”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lorenzo Bonicelli (credit: Federginnastica)
Lorenzo Bonicelli (credit: Federginnastica)

Lorenzo Bonicelli sta lottando con tutte le sue forze per recuperare il più possibile dopo il brutto incidente che gli è capitato lo scorso 23 luglio a Essen, in Germania, durante i Giochi Universitari FISU. Il 23enne ginnasta di Lecco era caduto durante la sua routine agli anelli, procurandosi una sublussazione della quinta vertebra cervicale, con lesioni neurologiche al midollo spinale. Operato d'urgenza e poi messo in coma farmacologico, Bonicelli è stato inizialmente ricoverato in terapia intensiva al Policlinico Universitario di Essen, dove ha mostrato progressi come il ritorno della capacità di parlare e alimentarsi naturalmente senza deficit cognitivi. Il 7 agosto è stato trasferito in aeroambulanza all'ospedale Niguarda di Milano, vicino alla sua famiglia. Il 27 agosto ha lasciato la terapia intensiva ed è stato spostato nell'Unità Spinale dello stesso ospedale per la riabilitazione: un percorso lungo e difficile, con momenti bui e altri di luce, come quando Lorenzo ha sentito di avere di nuovo la sensibilità nelle braccia.

L'emozione di Lorenzo Bonicelli quando ha sentito nuovamente le braccia: "Ho pensato: ‘Oh, mio Dio…'"

"Ero ancora in terapia intensiva e ho sentito che nelle braccia avvertivo qualcosa: ho percepito un movimento, una contrazione. Ho pensato: ‘Oh, mio Dio…' – racconta Bonicelli a ‘Repubblica', spiegando come ha dovuto imparare per forza a convivere coi ricordi di quanto avvenuto in Germania – Nei primi giorni, le immagini dell'incidente venivano a trovarmi spesso. E non lo nascondo, mi hanno fatto vivere momenti di crisi. Profonda. Ma ho imparato che me li devo concedere. Ora piano piano sto entrando in una fase di elaborazione. Ci sono momenti in cui mi faccio tante domande, tante. L'unica risposta che ho è che questa situazione io devo prenderla di petto. E poi parlare con altri pazienti: per accettare, accettarla. Nei primi momenti dopo l'operazione ricordo i volti dei miei genitori, della mia ragazza Lisa, delle mie sorelle Gloria e Greta. Non riuscivo bene a parlare: cercavo di comunicare in qualche modo, la voce non era molto disponibile, all'inizio".

Lorenzo Bonicelli è nato a Lecco nel 2002
Lorenzo Bonicelli è nato a Lecco nel 2002

La giornata di Bonicelli è scandita da ritmi sempre uguali, tra fisioterapia e camera iperbarica: "Sveglia presto: vengono dei fisioterapisti a muovermi, una sorta di risveglio muscolare, seppure a grandissime linee. Dopo i lavaggi intorno alle 10 scendo in palestra con i fisioterapisti occupazionali: sono quelli con cui lavoro al recupero delle funzioni per la vita di tutti i giorni. Poi, passo alla camera iperbarica: serve all'ossigenazione dei tessuti, dei muscoli. Aiuta anche a trattare le piaghe da decubito. Dopo quella, pranzo. Quindi nel pomeriggio, verso le tre, ancora fisioterapia. Poi lo sapete, qui si cena presto. Ma una o due volte a settimana vedo la psicologa: è importantissima per me. Anche durante gli allenamenti ho sempre avuto un'attenzione all'aspetto psicologico".

"Se oggi mi guardo allo specchio, mi dico che sono fortunato"

Lorenzo trova motivazioni fortissime negli affetti che lo circondano: "La sera prima di dormire chiudo gli occhi e vedo i volti di mio papà e mamma, delle mie sorelle, di Lisa. E penso che ogni attimo, ogni singolo attimo del loro tempo libero lo passano qui, con me. Io posso ricambiarli in un modo solo: impegnandomi a far vedere loro che sto bene, a convincerli che sono forte. Se oggi mi guardo allo specchio, mi dico che sono fortunato".

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