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Sindaco di Trapani contro serie Makari: “Non siamo mafiosi, ignorato sangue versato per resistenza”

Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ha tuonato contro la serie tv Makari: “Trapani è stata terra di mafia? Sì, ma soprattutto terra di resistenza e di lotta”.
A cura di Daniela Seclì
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Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, in una lunga nota pubblicata sulla pagina Facebook del Comune, ha tuonato contro la serie tv Makari. Ciò che contesta alla fiction è di dipingere Trapani come la culla della mafia, senza evidenziare tuttavia la resistenza e la lotta coraggiosa dei suoi abitanti. Pronta la replica dello scrittore Gaetano Savatteri. La sceneggiatura di Makari è tratta dai suoi romanzi.

Le accuse del sindaco di Trapani alla serie Makari

La seconda stagione di Makari sta ottenendo un buon riscontro in termini di ascolti e questo permette anche a chi non ha avuto ancora modo di visitare la Sicilia, di conoscere la straordinaria bellezza di questa terra. In una puntata, tuttavia, si dice indicando Trapani: “Lì inventarono la parola Cosa Nostra. I primi mafiosi sbarcati negli Stati Uniti venivano proprio da lì”. Il sindaco non ci sta:

“Non possiamo certamente negare i fatti storici e sociali, come quelli di cronaca giudiziaria, ma fotografare l'immagine di una città intera con la parola mafia, pur non citando mai direttamente Trapani, è comunque una ricostruzione errata ed inappropriata oltre che parziale ed assolutamente ingenerosa. Nel nostro territorio – non nascondiamoci dietro a un dito – non dobbiamo solo registrare fatti di mafia e relative collusioni imprenditoriali, politiche e financo istituzionali, ma la nostra terra altresì è bagnata dal sangue di tante vittime di mafia che hanno opposto resistenza al fenomeno criminale politico-mafioso, come da tante sentinelle di legalità ed impegno civile, tanto istituzionali quanto sociali".

Il sindaco ha passato in rassegna alcuni esempi di virtù che si sono spesi nella lotta contro la criminalità, giudici, operatori delle istituzioni, sindacalisti, giornalisti: "Donne e uomini siciliani e non che hanno perso la vita per rendere libera questa terra dalle mafie", oltre a coloro che continuano ogni giorno "a fare il loro dovere a testa alta senza farsi edulcorare dalle sirene del sistema mafioso". Quindi ha concluso:

"Tuttavia, non dobbiamo nasconderci: a Trapani la mafia c'è stata e mimetizzandosi e/o mutando pelle c'è ancora, non è possibile far finta di nulla. Negarlo sarebbe un falso storico che non corrisponderebbe alla realtà dei fatti, peraltro acclarata da innumerevoli indagini giudiziarie. Sottovalutare però il valore della resistenza civile verso il fenomeno mafioso e le sue degenerazioni, questo sì non rende omaggio alla storia e verità di cui siamo orgogliosi e che dobbiamo tutti imparare a raccontare. Mi piacerebbe che, in futuro, il regista di Màkari di questo potesse raccontare sul grande schermo: di questa terra baciata dal sole, bagnata dal sangue della resistenza ed accarezzata dal vento del riscatto".

La replica dello scrittore Gaetano Savatteri

Lo scrittore Gaetano Savatteri ha replicato al sindaco di Trapani. Ha precisato di rispondere del romanzo e ha aggiunto: "La relazione del Procuratore di Trapani Pietro Calà Ulloa del 1838 e tutti gli storici testimoniano che quella è una delle prime testimonianze scritte del fenomeno. Questa è la storia e non la posso cambiare. Nessuno da un giudizio su Trapani di oggi che non conosco abbastanza. Mi dispiace che il sindaco si sia offeso. Ma la storia non si cambia. Ci sono storie che vogliamo dimenticare e altre che vogliamo ricordare".

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