Mare Fuori 6, Maurizio Careddu: “Rosa sarà al centro. Le polemiche di Giacomo Giorgio? Non ce le aspettavamo”

Mare Fuori ha stravolto la serialità italiana negli ultimi anni. Un fenomeno complesso, che nasce prima di tutto da un'idea e una scrittura, punto fermo di questo titolo di successo. A capo della squadra di sceneggiatori c'è Maurizio Careddu, che dopo l'uscita dal progetto di Cristiana Farina è l'anima di Mare Fuori. Insieme a Luca Monesi, Angelo Petrella, Sara Cavosi e Elena Tramonti ha dato forma alla quinta stagione e sta già lavorando a Mare Fuori 6. Ce ne ha parlato in questa intervista, realizzata nelle settimane in cui vanno in onda su Rai2 gli episodi di una quinta stagione che ha già incollato milioni di spettatori a smartphone e tablet per vedere i 12 episodi proposti in esclusiva su RaiPlay.
Mare Fuori è una serie anomala anche per questa distribuzione atipica. Molti hanno visto questa quinta stagione da settimane, ma c'è chi se la sta godendo su Rai2.
Sì, anche se ho visto che ormai si spoilera, mentre prima c'era un po' di pudore anche nelle interviste (ride, ndr).
Il finale della della quarta stagione aveva toni un po' fantasy, Rosa al cimitero in abito da sposa, il mistero della morte di Eduardo. L'impressione è che con la quinta è come se si sia tornati a un elemento di realtà più tangibile.
Sì, direi che tutto è partito dalla scrittura. Nella terza e nella quarta stagione elementi sentimentali come la grande storia tra Carmine e Rosa avevano preso molto spazio e anche la regia (Ivan Silvestrini, ndr) aveva accentuato, nelle immagini e a livello di fotografia e costumi, un certo tipo di atmosfere. Da parte nostra come c'era l'intenzione di tornare indietro, le storie che abbiamo scritto sono un po' più dure. L'ingresso dei nordici, ad esempio, l'abbiamo messo perché è comunque una realtà che abbiamo visto presente a Nisida (il carcere minorile di Napoli cui si ispira la serie, ndr). Abbiamo cercato proprio di tornare un po' a dove eravamo arrivati, dove avevamo iniziato.
La nuova regia di Ludovico Di Martino vi ha seguiti in questo intento, lo aveva raccontato proprio in un'intervista a Fanpage.
Sì, il nuovo regista ha sposato in pieno questa questa nostra ambizione, proprio rispetto alla percezione comune che le scorse stagioni avessero portato un po' troppo fuori dalla dalla condizione carceraria dei protagonisti. Ci tengo molto a questa cosa perché il lavoro di preparazione con Cristiana (Farina, con cui Careddu ha firmato Mare Fuori, ndr) mi riporta sempre all'elemento centrale non dobbiamo mai dimenticarci: va bene l'amore, va bene tutto, ma quello che conta è poi l'elemento di redenzione. È la cosa che ci preme di più.
Si immaginava che questa stagione, con l'addio di alcuni volti come Massimiliano Caiazzo e Matteo Paolillo, potesse registrare un calo di interesse.
Dopo un successo così grande e travolgente e la perdita di protagonisti significativi, ci aspettavamo una piccola flessione, però devo dire che la serie ha tenuto, come ascolti e come streaming.
Lo studio che fate prima di scrivere affonda sempre nelle storie dei ragazzi che vivono davvero in un carcere minorile.
Certo, è continuo. Anche capire perché i ragazzi che stanno lì dentro hanno sbagliato e in qualche modo ciò che raccontiamo spingerà a riflessioni i ragazzi che guardano, capire poi che da uno sbaglio si può ripartire a patto che tu sia disposto a metterti in gioco e a riconoscere gli errori che hai fatto.
A proposito di questo, una delle scene più significative di tutte e cinque le stagioni, quella tra Pino e Cardiotrap, riguarda proprio questo tema.
È una scena molto bella. Devo dire che di scene significative ne ricordo molte, da Carmine che perdona Pirucchio. Quella di Pino e Cardio si incasella bene nel rapporto tra i due personaggi ed è una specie di chiusura del cerchio.

Si è parlato molto di un possibile effetto soap di Mare Fuori, quasi la serializzazione fosse un qualcosa che si fa in modo matematico.
Non stiamo lì col bilancino a calcolare le entrate e le uscite dei personaggi. Certo, lo senti che l'uscita di quel volto poi ti farà mancare un polo di attenzione o comunque ti farà mancare una tematica, quindi viene naturale spingere un altro personaggio con una direzione simile per sostituire quello. Ma non è un approccio schematico come si può pensare.
A proposito di uscire, la serie quest'anno perde Cardio e Silvia. Il primo sembra aver chiuso il suo arco narrativo, mentre per Silvia ci potrebbe essere anche qualche speranza di rivederla, soprattutto perché il personaggio di Lino (Antonio De Matteo, ndr) deve risolversi.
Lino avrà una ulteriore evoluzione perché chiaramente ha commesso dei dei reati, si è piegato alla legge dei dei due nordici dei nordici per la sua debolezza, voleva essere all'altezza di questa ragazzina che gli ha fatto perdere la testa.
Lei può avere ancora un ruolo in questo senso?
Questo non posso dirlo.
Quello di Pino è un personaggio che quasi si distingue da tutti gli altri. Si è risolto interiormente, ma continua ad avere una sua forza.
Sì, rappresenta un po' l'essenza della serie, secondo me, perché è proprio il personaggio che oscilla costantemente tra bene e male. Ha avuto anche questa esperienza molto significativa con Kubra ed ha reagito come il nuovo Pino, un ragazzo maturo che accetta l'idea secondo cui se una persona ti lascia devi imparare a gestire eh la delusione la rabbia. Però Pino è anche un istintivo, quindi nel momento in cui c'è un'ingiustizia lui non può non reagire. È un personaggio che amo molto.
Mare Fuori si sta dimostrando un laboratorio attoriale interessante. Ve lo aspettavate?
Sta andando oltre le aspettative. La maggior parte di loro adesso ha richiesta, fa cinema, fa altre serie, quindi insomma è la dimostrazione che erano dei bravissimi attori.
Massimiliano Caiazzo sarà Pino Daniele in un film. È un prova complessa.
Lo so, però bisogna pure dar fiducia ai ragazzi. È giusto che gli sia dato un'occasione.
Giacomo Giorgio nelle scorse settimane ha protestato sugli sviluppi del personaggio di Ciro. Ve l'aspettavate?
Chiaramente non ce l'aspettavamo, non siamo stati contenti nel sentire che le nostre sceneggiature sono brutte e il percorso è finito in prima, però possiamo capirlo. Giacomo ha saputo interpretare magnificamente il personaggio che io e Cristiana abbiamo creato e quindi gli saremo sempre grati per questo. Gli vogliamo bene comunque anche se siamo un po' sorpresi. Ma la serie parla di redenzione e come possiamo noi condannare un ragazzo che dice una cosa con cui non siamo d'accordo?
Questa evoluzione di Ciro era inevitabile?
Il nostro intento era evitare che Ciro diventasse un eroe, no? Perché anche se lui era piegato dal padre, costretto dal padre, aveva comunque dentro di sé una bontà. Il rischio era che potesse essere mitizzato, mentre gli eroi di Mare Fuori sono i Carmine che lotta contro la sua famiglia, Pirucchio che si accorge di aver fatto una una cosa sbagliata. È lo stesso Pino, che combatte ogni giorno con se stesso.
La quinta stagione si chiude con un nuovo grande punto interrogativo. Come si intreccia la scrittura della sesta stagione con l'arrivo del film su Rosa Ricci in autunno, alla cui scrittura hai lavorato?
Il film sarà un prequel, una sorta di educazione criminale di Rosaricci che quindi si limiterà solo ed esclusivamente a trattare ciò che accade prima, non andremo mai in una linea temporale successiva.
Quindi Rosa Ricci continuerà ad essere centrale anche nella sesta stagione?
Certo, sono assolutamente centrale.
Da sceneggiatori avete un ruolo sulla scelta degli interpreti? Quanto comunicate poi con il regista in questo senso?
Questo è un è un tema sempre molto complicato, nel senso che noi non abbiamo mai avuto nessun tipo di peso nella scelta del casting e il nostro rapporto con i registi sostanzialmente finisce nel momento in cui noi consegniamo le sceneggiature. Nella prima stagione con l'allora regista Carmine Elia c'era stato anche più tempo e abbiamo fatto un bellissimo lavoro sulle sceneggiature. Successivamente c'è stato meno occasione. L'industria altrove funziona mettendo gli autori al centro del percorso produttivo, mentre qui in Italia siamo ancora alla centralità del regista.

Quindi siete siete già al lavoro o avete già terminato la scrittura della sesta stagione?
Siamo a metà strada, diciamo. Adesso si gira il film e poi si comincia a girare la serie.
Quanto tempo vi prende la scrittura di una di una stagione?
Noi abbiamo cominciato a settembre. Prima si scrive la storia di tutti i personaggi, il loro arco narrativo e tutti gli intrecci. Dopo il passaggio successivo è scrivere i 12 soggetti e da lì si va alle scalette e poi alle sceneggiature. Ogni step corrisponde a un confronto con la produzione e con la Rai per fare le opportune modifiche, aggiustamenti di tiro eccetera, è un processo non semplice.