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Mare Fuori 4 e Gomorra, Paolillo: “Se spacchi la testa a qualcuno, il problema non è della serie”

Durante la conferenza stampa di presentazione di Mare Fuori 4, è stato sollevato il tema dell’emulazione di atteggiamenti violenti da parte del pubblico più giovane sulla scia di trend come Gomorra. A rispondere, sono stati i protagonisti: Domenico Cuomo, Matteo Paolillo e Massimiliano Caiazzo.
A cura di Ilaria Costabile
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Il 17 gennaio 2024, agli studi Rai di Napoli, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della quarta stagione di Mare Fuori. Molti i temi affrontati, tra gli altri la necessità che un prodotto del genere sia in qualche modo educativo per il pubblico, a cui si aggiunge il costante paragone con prodotti come Gomorra che, in passato, hanno sollevato la questione dell'emulazione. I protagonisti presenti hanno risposto in merito, portando le loro suggestioni ed esperienze.

Le parole di Domenico Cuomo

Il primo a sollevare la questione del poter essere emulati dal pubblico, anche giovanissimo, che guarda la serie è Domenico Cuomo. Il suo personaggio, Cardiotrap, si macchia di gesti violenti, le sue reazioni sono spesso mosse dalla rabbia. Nel raccontare il suo incontro con alcuni ragazzi detenuti in carcere, l'attore ha dichiarato di non sentirsi adeguato all'idea di poter insegnare qualcosa:

La prima volta che ho conosciuto dei ragazzi che erano detenuti è stato molto bello perché ci hanno detto che era orribile stare lì dentro. Io mi chiedo come posso io a 19 anni parlare con queste persone e pensare di poter insegnare qualcosa. Non mi sento in dovere di educare ma solo di rappresentare una generazione nel bene e nel male, di certo non possiamo farci maestri di vita.

L'intervento di Matteo Paolillo e Vincenzo Ferrera

Anche Matteo Paolillo aggiunge un'ulteriore considerazione, parlando di quello che è sempre stato l'intento primario di Mare Fuori: "La serie ha sempre raccontato la lotta tra bene e male. È necessaria un’educazione alla visione, noi raccontiamo la verità, ma non è che guardando la serie si diventi più violenti. Se ti viene voglia di spaccare la testa di uno, il problema è tuo, non della serie". A lui si accoda anche Vincenzo Ferrera, che interpreta l'educatore Beppe Romano: "Aggiungo davvero un'ultima cosa in merito al paragone con una serie che ho amato tantissimo come Gomorra. Noi siamo certi: chi paragona Mare Fuori a Gomorra non ci ha mai visto". 

Massimiliano Caiazzo: "Bisogna spiegare l'ombra per mostrare la luce"

Infine a parlare del "rischio dell'emulazione" è anche Massimiliano Caiazzo, l'attore che interpreta Carmine Di Salvo, che si sofferma sulla necessità di rendere verosimile il racconto e di fidarsi delle capacità critiche degli spettattori:

Noi siamo all'interno di un carcere, in una dimensione punitiva per chi sbaglia. Bisogna spiegare l'ombra per arrivare a mostrare la luce. Sta nello spettatore, non è colpa di un progetto audiovisivo, anzi può darci solo degli strumenti in più. Non restiamo nella superficie del tema che ci impedisce di avere un dialogo sincero su un problema molto serio della società.

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