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Abusi sessuali e mobbing, una docu serie racconta il marcio delle serie kids anni 90

Sta facendo discutere la docu-serie Quiet on Set: The Dark Side of Kids TV, che racconta il clima tossico sui set di alcune delle principali serie kids anni Novanta e Duemila, da Zoey 101 ad Amanda Show. Dietro a questo mondo, il grande signore di quel genere, il produttore Dan Schneider.
A cura di Andrea Parrella
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Ve le ricordate le serie kids degli anni Novanta e Duemila di Nickelodeon? Da Zoey 101 ad Amanda Show, Victorious, Sam & Cat, con volti come Ariana Grande, Amanda Byrnes e Jamie Lynn Spears, sono tanti i titoli che rimandano a questo universo seriale, edulcorato e anche un po' stereotipato, che ha accompagnato l'adolescenza di tante e tanti. Grandi successi che hanno fatto la fortuna dell'emittente televisiva, ma soprattutto del creatore di questi show, Dan Schneider che oggi, a molti anni di distanza, finisce al centro di Quiet on Set: The Dark Side of Kids TV, una nuova docuserie in quattro parti andata in onda sul canale americano ID Investigation Discovery che fa emergere il lato oscuro di un mondo in cui la cultura dell'abuso avrebbe caratterizzato il clima sul set.

Le accuse a Dan Schneider, mente di quell'universo seriale

Schneider è stato il cosiddetto golden boy della tv per ragazzi, ha lanciato carriere ed è diventato il numero uno in quel genere di produzioni. Eppure dai racconti del documentario emerge un clima complesso, in cui le battute sessiste, allusioni, continue richieste di massaggi al collo e altre pressioni spiacevoli l'avrebbero fatta da padrone. Non è la prima volta che si parla della vicenda, Quiet on Set: The Dark Side of Kids TV mette insieme tutta una serie di accuse indirizzare a Schneider, ricostruendo un contesto.

Il produttore nel 2018, dopo anni di collaborazione con la Nickelodeon, era stato licenziato a causa di molte accuse di tipo sessuale. Su tutte quella dell'attrice Amanda Bynes, che aveva raccontatodi essere stata intrappolata da Schneider in una relazione quando era minorenne e di essere rimasta incinta, per poi vedersi costretta ad abortire. Uno scandalo che aveva portato anche alla prematura cancellazione dello show Game Shakers, per cui in realtà Schneider non si era mostrato preoccupato, dichiarando di non aver mai agito in modo inappropriato nei confronti di nessuno dei suoi attori. Anche se l'indagine interna al network non aveva portato a chiare  di abusi veri e propri, l'ambiente tossico e inadatto a dei minori pareva incontestabile.

I messaggi subliminali sessuali nelle serie

La docu serie in questo caso non racconta solo il lato oscuro del dietro le quinte, ma anche i presunti messaggi nascosti nei contenuti delle serie stesse. Le creatrici della docuserie, Mary Robertson e Emma Schwartz hanno infatti analizzato i prodotti, mettendo insieme una serie di scene equivoche a livello subliminale, dai liquidi gettati sui volti delle giovani attrici (all'epoca quasi tutte minorenni) alle inquadrature insistenti sui piedi delle ragazze, facendo emergere un sostrato più o meno velatamente sessualizzato dietro alla realizzazione di questi prodotti.

Gli abusi sessuali subiti da Drake Bell

Ma oltre ai messaggi subliminali c'è di peggio. In un episodio del documentario si racconta che sui set di queste serie circolassero tre uomini successivamente accusati di abusi su minori e l'attore della serie Drake & Josh, Drake Bell, ha rivelato di fronte alle telecamere di aver subito un abuso sessuale da parte di Brian Peck, ex attore e poi dialogue coach che è stato poi arrestato nel 2003 per abusi sessuali su minori.

Nel frattempo, sono arrivati anche i primi effetti collaterali della serie, con alcuni interpreti che si stanno aprendo al racconto sulle loro esperienze sul set dei loro show. Per esempio l'attrice Allie DiMeco, che ha recitato nella serie The Naked Brother's Band, ed ha condiviso un post su TikTok in cui racconta un episodio in cui ha rivelato di essersi sentita costretta a baciare una co-star molto più vecchia di lei, nonostante avesse detto di non volerlo fare:

Stavo guardando il documentario Quiet on Set e parlava di quanto fosse fondamentale creare, soprattutto quando si tratta di un cast di bambini, un ambiente in cui i bambini si sentissero a proprio agio nel dire ‘No' o ‘Non mi sento a mio agio con questa cosa'", ha continuato l'ex star di Nickelodeon. "E io pensavo: ‘Sì, forse lo esprimono, ma è anche più importante creare un ambiente che ascolti i bambini e non li costringa a fare cose che non vogliono fare'".

Nei giorni scorsi è stato lo stesso Dan Schneider a diffondere un video di scuse, ritenendo inappropriate le sue richieste di massaggi e chiedendo di rimuovere le battute troppo allusive dalle future repliche di questi programmi. L'impressione è che la questione non si chiuderà così, soprattutto a giudicare dagli effetti sull'opinione pubblica generati dal documentario.

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