Vittorio Feltri inguaia Chiambretti, chiesto provvedimento dopo le parole sulle donne vittime di violenza

Le parole di Vittorio Feltri da Piero Chiambretti non sono passate inosservate. Le affermazioni sarcastiche del giornalista sul tema della violenza sulle donne ha portato all'immediata reazione del sindacato UsigRai e l'associazione GiULiA (acronimo di: GIornaliste Unite LIbere Autonome), che criticano il momento come "grave violazione del codice etico, delle policy di genere Rai, del Contratto di Servizio”.
Le parole di Vittorio Feltri da Chiambretti
“Le donne vittime di violenza possono venire a casa mia, se sono bone”, le parole di Vittorio Feltri ospite a Donne sull'orlo di una crisi di nervi, il programma di Rai3 condotto da Piero Chiambretti. Nel comunicato congiunto si legge che "lo scambio avvenuto tra il conduttore e il giornalista è inaccettabile". Il tutto è accaduto nella puntata del 22 maggio del programma, quando Chiambretti ha chiesto a Vittorio Feltri cosa ne pensasse delle frasi del ministro Nordio sulle donne vittime di violenza che si sarebbero dovute rifugiare in chiese o farmacie. Quindi la risposta di Vittorio Feltri, alla quale Chiambretti ha provato a controbattere prendendo le distanze.
Il comunicato di UsigRai e GiULIa
Nel comunicato di condanna si legge ancora: "Il tema della violenza contro le donne non può essere trattato in due minuti, commentando il titolo di un giornale durante un’intervista da comedy show, pur con l’intento di fare satira su quanto dichiarato pochi giorni fa dal Ministro Nordio e stigmatizzato dalle associazioni che si occupano di violenza di genere. La domanda di Chiambretti – ‘Lei può consigliare altri posti dove queste donne si possono rifugiare quando vengono inseguite dai maniaci, dagli stalker?' – istiga una risposta che offende: ‘A casa mia… Se sono bone' e un applauso del pubblico'. Non basta il successivo tentativo di Chiambretti di prendere le distanze, sempre tra una mezza risata e un applauso".
Quelle di Feltri sono bollate come "parole che cadono come un macigno su coloro che hanno vissuto o vivono la tragedia della violenza, inaccettabili anche in un contesto che vorrebbe essere di satira, in piena violazione del Contratto di Servizio e delle norme aziendali come il Codice Etico e le Policy di genere, nonché il Manifesto di Venezia". E ancora: "La Rai in questo modo tradisce il suo impegno, più volte ribadito, di volersi fare carico di una questione sociale e politica, come quella della violenza maschile contro le donne, che mostra ogni giorno la sua urgenza e drammaticità". Si legge ancora in chiusura: "Come Cpo Usigrai e Giulia giornaliste, non ci stanchiamo di ribadire la potenza del linguaggio e della rappresentazione mediatica. Per questo riteniamo grave quanto accaduto ieri e chiediamo alla Rai immediati provvedimenti e un chiarimento pubblico".